Ormai si è perso il conto dei danni che questo governo ha inflitto al Paese: il sistema Italia è un ingranaggio votato al suicidio che sembra avere un gusto macabro nel distruggere tutto ciò che, di regola, concede stabilità al tessuto sociale e mantiene alti i principi fondamentali su cui poggia uno Stato moderno e democratico.
Le macerie di Pompei non sono altro che una triste metafora del momento storico che stiamo vivendo; il baratro entro cui l’incapacità e la corruzione della classe dirigente ci sta portando è sempre più profondo e chi ne sconta le colpe sono i cittadini, molto lontani dal poter realizzare un futuro dignitoso.
Il destino delle strutture preposte all’insegnamento si tinge di un grigio incerto: si attende soltanto il colpo finale ad una realtà da tempo oppressa.
Non è certo un segreto che la cultura in questo Paese è un valore opzionale; ciò è confermato all’indomani dell’approvazione alla Camera dei Deputati del decreto Gelmini con 307 voti a favore, 252 contrari e 7 astenuti.
Ancora una volta il governo si è dimostrato quanto mai lontano dalle reali esigenze di chi le realtà le vive dall’interno… In tutta Italia si sono registrate proteste studentesche; in una nota dell’Unione degli Universitari la situazione è così riassunta:” con questo disegno di legge il governo vuole l'eutanasia del sistema universitario. Sistema, che noi per primi da anni diciamo che non va, ma questa riforma non è la medicina, ma il suo veleno mortale. Questa è una riforma che taglia il fondo per le borse di studio, introduce un'idea di merito finta, diminuisce drasticamente la rappresentanza studentesca elimina la figura del ricercatore e soprattutto taglia il finanziamento al fondo di finanziamento ordinario. Tagli che decreteranno la chiusura di molti atenei”.
Fonte:http://www.amgiovani.it/
Le macerie di Pompei non sono altro che una triste metafora del momento storico che stiamo vivendo; il baratro entro cui l’incapacità e la corruzione della classe dirigente ci sta portando è sempre più profondo e chi ne sconta le colpe sono i cittadini, molto lontani dal poter realizzare un futuro dignitoso.
Il destino delle strutture preposte all’insegnamento si tinge di un grigio incerto: si attende soltanto il colpo finale ad una realtà da tempo oppressa.
Non è certo un segreto che la cultura in questo Paese è un valore opzionale; ciò è confermato all’indomani dell’approvazione alla Camera dei Deputati del decreto Gelmini con 307 voti a favore, 252 contrari e 7 astenuti.
Ancora una volta il governo si è dimostrato quanto mai lontano dalle reali esigenze di chi le realtà le vive dall’interno… In tutta Italia si sono registrate proteste studentesche; in una nota dell’Unione degli Universitari la situazione è così riassunta:” con questo disegno di legge il governo vuole l'eutanasia del sistema universitario. Sistema, che noi per primi da anni diciamo che non va, ma questa riforma non è la medicina, ma il suo veleno mortale. Questa è una riforma che taglia il fondo per le borse di studio, introduce un'idea di merito finta, diminuisce drasticamente la rappresentanza studentesca elimina la figura del ricercatore e soprattutto taglia il finanziamento al fondo di finanziamento ordinario. Tagli che decreteranno la chiusura di molti atenei”.
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