Il Gramsci di destra
L'ex segretario del Msi Pino Rauti è morto oggi a Roma intorno alle 9.30. Aveva 86 anni.
Strenuo oppositore della svolta di Fiuggi
di Totalità
Pino Rauti
Figura
storica della destra italiana, segretario del MSI all'inizio degli anni
'90 e strenuo oppositore della svolta finiana di Fiuggi, è scomparso
questa mattina a Roma Pino Rauti, da molti definito il “Gramsci di
destra”. Tra poco più di due settimane avrebbe compiuto 86 anni. Ancora
ragazzino, a sedici anni, Rauti si arruola nella Repubblica sociale e
alla fine del 1946, quasi 20enne, partecipa alla fondazione del
Movimento Sociale Italiano, di cui diventerà segretario nel 1990. Nei
primi anni Cinquanta contribuisce a dare nuovamente vita
all'organizzazione neofascista che rispondeva alla sigla Far, Fasci di
Azione Rivoluzionaria, con Giorgio Almirante e l’ideologo Julius Evola.
A
seguito di due attentati a Roma, al ministero degli Esteri e
all'ambasciata statunitense, nel maggio del '51 vengono condotti
numerosi arresti tra i quadri del Far. Lo stesso Rauti finisce in
manette, assieme a Fausto Gianfranceschi, Clemente Graziani, Franco
Petronio, Franco Dragoni, Flaminio Capotondi e Julius Evola, considerato
l'ispiratore del gruppo. Il processo si conclude nel novembre del '51:
Graziani, Gianfranceschi e Dragoni vengono condannati a un anno e undici
mesi. Altri dieci imputati a pene minori. Tutti gli altri vengono
assolti, tra questi Rauti, Evola ed Erra.
Con
la fine del processo, si conclude definitivamente l'esperienza dei Far.
Nel 1954, dopo la vittoria dei dirigenti “in doppiopetto” e la nomina a
segretario di Arturo Michelini, Rauti dà vita al centro studi Ordine
Nuovo. Dopo appena due anni, Ordine Nuovo esce dal Movimento Sociale
italiano. Arriverà ad avere dai 2.000 ai 3.000 iscritti. Negli
anni '60 e '70, il nome di questa organizzazione verrà utilizzato per
rivendicare una serie di attentati, ai quali Rauti si dichiarerà sempre
estraneo.
Con
l'arrivo di Giorgio Almirante alla segreteria del Msi, Rauti rientra
nel partito assieme a un gruppo di storici dirigenti. Il 14 dicembre
1987, al XV congresso del partito a Sorrento, raccoglie quasi la metà
dei consensi per l'elezione a segretario, insieme alla corrente di Beppe
Niccolai, ma viene battuto da Gianfranco Fini, sostenuto dal segretario
uscente e padre nobile del partito Giorgio Almirante, ormai gravemente
malato.
Nel
1990 Rauti arriva alla guida del MSI al congresso di Rimini, appoggiato
dalla componente di Domenico Mennitti, e battendo Fini per la
segreteria, ma non riesce ad arrestare l'emorragia di voti dovuta alla
morte di Almirante. Dopo la sconfitta alle amministrative e alle
regionali in Sicilia del 1991, il Comitato centrale del partito - con un
blitz interno - lo destituisce riconsegnando la carica a Fini.
Europarlamentare
dal 1994 fino al giugno 1999, Rauti si oppone alla svolta finiana di
Fiuggi che decretò la trasformazione del principale partito della destra
italiana in Alleanza Nazionale, uscendo sostanzialmente dall'alveo dei
partiti anti-sistema tra i quali era stato protagonista nella Prima
Repubblica. Dopo la svolta di Fiuggi, Rauti fonda insieme ai senatori
Giorgio Pisanò e Cesare Biglia e al deputato Tommaso Staiti di Cuddia il
Movimento Sociale Fiamma Tricolore, dopo che una sentenza del Tribunale
Civile di Roma impedisce ai rautiani di appropriarsi di nome e simbolo
storici del MSI-DN.
Suocero
del sindaco di Roma Gianni Alemanno, Rauti, alla guida del MS-FT, è
stato anche candidato alla carica di primo cittadino capitolino alle
amministrative del 1997.
Con
Rauti muore un intellettuale di razza, un grande animatore politico,
promotore di una stagione di rinnovamento tanto dentro il partito,
quanto nell’area della destra italiana. Fu il padre di mozioni
congressuali come “Linea futura” (1977), “Spazio Nuovo” (1979 e 1982) e
“Andare oltre” (1987), lanciò il quindicinale “Linea”, e organizzazioni
parallele, dal Movimento giovani disoccupati, ai Gruppi Ricerca
Ecologica, e sostenendo i Campo Hobbit fu riferimento delle nuove
generazioni del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del
partito.
Con
Rauti la destra italiana perde il più grande interprete della destra
vista con gli occhi e le ragioni fondative che furono di sinistra.
“Gianfranco Fini a Fiuggi – disse dopo lo storico Congresso - non ha
deviato di una virgola dalle sue idee di sempre. Fini ha semplicemente
ammesso pubblicamente quello che noi abbiamo sempre sostenuto, e cioè
che il 'fascismo di destra' non e' fascismo, e non lo e' mai stato”.
http://www.totalita.it/articolo.asp?articolo=1968&categoria=5&sezione=30&rubrica=
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