Tante 100 proposte, forse troppe. Appunti scritti con l’obiettivo di illustrare un nuovo progetto politico ma decisamente difficili da trasformare in un corpo omogeneo e comprensibile. L’impressione che scaturisce è quella di un forte indecisione politica sulla rotta precisa da prendere. Andiamo brevemente nel merito riguardo ai punti sui temi che a noi stanno più a cuore: fisco, conti pubblici e crescita.
Sicuramente ci piace il modo con cui si parla di riduzione del debito, sostenibilità del sistema pensionistico, abolizione dell’IRAP, riforma del diritto del lavoro, esternalizzazioni e riforma della giustizia. Non capiamo però come tutte queste proposte - per come vengono poste - possano essere autenticamente liberali. Nel dettaglio: la nostra riforma delle pensioni prevede il passaggio completo ad un sistema contributivo; l’abolizione dell’obbligatorietà della prestazione pensionistica; l’introduzione di operatori privati in concorrenza con l’INPS, cosi come già avviene adesso nella gestione del TFR per i lavoratori subordinati.
La nostra idea sull’IRAP è sì compatibile con quella di Renzi, tuttavia, cosa significa “una rivoluzione copernicana del sistema fiscale che riduca la pressione sul reddito personale e sulle imprese e la accresca sugli immobili e sulle rendite finanziarie”? La pressione fiscale non deve essere trasferita, deve scendere e basta. La nostra idea sulla riforma del mercato del lavoro è poi una autentica innovazione: abolizione del CCNL. La nuova gerarchia contrattuale dovrà essere prima di tutto tra l’azienda e il lavoratore. La tutela sociale del lavoro è la capacità del lavoratore subordinato di imporre la propria professionalità, senza nascondersi dietro al Contratto Collettivo.
La nostra idea sulle esternalizzazioni può essere in linea con quella di Renzi: sottolineiamo allora l’importanza di un servizio pubblico che apre la propria attività a competenze esterne private. Ancora, ci piace l’idea di ridurre il periodo di sospensione dell’attività giudiziari e l’informatizzazione dei tribunali. Concludendo: in queste 100 idee proposte liberali ce ne sono, a partire dal principio di concorrenza tra settore pubblico e privato fino alle liberalizzazioni per INAIL e servizi di pubblica utilità locale. Nondimeno Renzi e i suoi collaboratori non hanno la stoffa degli autentici liberali. Ci sarebbe piaciuto individuare proposte per liberalizzazioni vere. Alcuni esempi? Rai, trasporto ferroviario, istruzione, sanità e sistema pensionistico. In tutti questi casi, lo Stato deve fare un passo indietro, vendendo o aprire il mercato alla competizione privata.
SIMONE SCARLINI
Fonte: http://www.teapartyitalia.it/index.php/articolo/renzi-e-le-liberalizzazioni-politically-correct
Sicuramente ci piace il modo con cui si parla di riduzione del debito, sostenibilità del sistema pensionistico, abolizione dell’IRAP, riforma del diritto del lavoro, esternalizzazioni e riforma della giustizia. Non capiamo però come tutte queste proposte - per come vengono poste - possano essere autenticamente liberali. Nel dettaglio: la nostra riforma delle pensioni prevede il passaggio completo ad un sistema contributivo; l’abolizione dell’obbligatorietà della prestazione pensionistica; l’introduzione di operatori privati in concorrenza con l’INPS, cosi come già avviene adesso nella gestione del TFR per i lavoratori subordinati.
La nostra idea sull’IRAP è sì compatibile con quella di Renzi, tuttavia, cosa significa “una rivoluzione copernicana del sistema fiscale che riduca la pressione sul reddito personale e sulle imprese e la accresca sugli immobili e sulle rendite finanziarie”? La pressione fiscale non deve essere trasferita, deve scendere e basta. La nostra idea sulla riforma del mercato del lavoro è poi una autentica innovazione: abolizione del CCNL. La nuova gerarchia contrattuale dovrà essere prima di tutto tra l’azienda e il lavoratore. La tutela sociale del lavoro è la capacità del lavoratore subordinato di imporre la propria professionalità, senza nascondersi dietro al Contratto Collettivo.
La nostra idea sulle esternalizzazioni può essere in linea con quella di Renzi: sottolineiamo allora l’importanza di un servizio pubblico che apre la propria attività a competenze esterne private. Ancora, ci piace l’idea di ridurre il periodo di sospensione dell’attività giudiziari e l’informatizzazione dei tribunali. Concludendo: in queste 100 idee proposte liberali ce ne sono, a partire dal principio di concorrenza tra settore pubblico e privato fino alle liberalizzazioni per INAIL e servizi di pubblica utilità locale. Nondimeno Renzi e i suoi collaboratori non hanno la stoffa degli autentici liberali. Ci sarebbe piaciuto individuare proposte per liberalizzazioni vere. Alcuni esempi? Rai, trasporto ferroviario, istruzione, sanità e sistema pensionistico. In tutti questi casi, lo Stato deve fare un passo indietro, vendendo o aprire il mercato alla competizione privata.
SIMONE SCARLINI
Fonte: http://www.teapartyitalia.it/index.php/articolo/renzi-e-le-liberalizzazioni-politically-correct
Nessun commento:
Posta un commento