INVITIAMO TUTTI GLI AMICI LETTORI AD ADERIRE AL COMITATO NO194, CHE PROMUOVE UN NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA LEGGE 194, CHE HA FINORA CAUSATO OLTRE CINQUE MILIONI DI VITTIME INNOCENTI. PER ADERIRE, DALLA HOME PAGE DEL SITO http://www.no194.org/, CLICCATE SU "ADERISCI"
Lo scorso sabato 21 maggio si è svolta a Varese, presso i locali dell’Associazione ITALICA VARESE, una conferenza di presentazione dell’iniziativa, proposta dall’Associazione NO 194, volta a promuovere un nuovo referendum abrogativo della legge 194.
Alla presenza di un interessato pubblico, per lo più composto da giovani, l’incontro è stato condotto da tre relatori: l’Avvocato Pietro Guerini, portavoce nazionale di NO 194; il Dottor Paolo Deotto direttore di Riscossa Cristiana; Marco Sudati, redattore della rivista Ordine Futuro.
Nel corso della conferenza, sono stati ricordati i motivi essenziali che rendono irrinunciabile e tutt’altro che demodé la battaglia anti-abortista in Italia e nel mondo.
Ad onta, infatti, della mentalità progressista e liberale, secondo la quale la libera pratica abortiva, garantita da una legge dello Stato, sarebbe un “diritto civile” ormai acquisito in via definitiva – in quanto tappa del processo di emancipazione dell’umanità dai vincoli di un’opprimente visione tradizionale, ossia religiosa e sacrale della vita – è stato ribadito l’intramontabile dovere di battersi contro l’iniquità, soprattutto quando questa si trasforma in legge dello Stato, minando, di fatto, l’integrità del corpo sociale e la ragione su cui si fonda l’esistenza dello Stato stesso: il perseguimento del bene comune dei governati e la difesa della vita umana innocente.
La battaglia anti-abortista – che trova il suo naturale sbocco nell’impegno per l’abrogazione della legge 194 – deve essere colta nel suo pieno significato di lotta contro tutto quanto concorre a fondare una nuova umanità, scevra da ogni vincolo a quella verità oggettiva delle cose che rimanda continuamente al loro Creatore, Ordinatore e Signore.
La lotta all’aborto di Stato, attraverso la promozione di una nuova campagna referendaria, è un richiamo ai molti che, pur condannando la pratica abortiva e la legge che ne garantisce l’esercizio, si sono rassegnati al presente trionfo dell’iniquità.
Dopo il divorzio e l’aborto, eutanasia e riconoscimento delle unioni omosessuali sono alle porte … A questa amara constatazione, deve seguire l’azione. Ci vogliono sconfitti e rassegnati all’ineluttabilità del loro “progresso”? Mai!
La contabilità del fallimento progressista e liberale è sotto gli occhi di tutti: dal delirio di onnipotenza della modernità, siamo passati all’inevitabile deriva nichilista che segna la cosiddetta post-modernità. Le lotte per i “diritti civili” – che hanno contrassegnato gli anni sessanta, settanta ed ottanta del secolo scorso – si sono, prevedibilmente e tragicamente, rivelate per quello che sono: portatrici di dissoluzione e morte. L’assurda pretesa di negare la dipendenza degli uomini dall’Autore della vita, ossia da Colui che dà l’esistenza alle cose facendole essere ciò che sono, si trasforma nell’irrefrenabile corsa verso il baratro di un’umanità confusa e priva di punti di riferimento certi.
Nello scenario culturale, politico e sociale attuale – caratterizzato dall’innegabile venir meno di quella spinta propulsiva di cui godevano i progressisti di ogni risma nei decenni scorsi, ma anche da grande disorientamento per lo stato di oggettiva crisi che da troppo tempo investe la Chiesa, punto di riferimento morale per antonomasia – il lancio di una proposta come quella avanzata da NO 194 è una vera e propria scossa, una provocazione “a trecentosessanta gradi” da cogliere nella sua sostanza di irrinunciabile ed improcrastinabile battaglia di civiltà.
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