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Sono il Presidente Nazionale del "Movimento Monarchici". Il mio cell è 3473420868 La mia mail è mauromazzoni57@gmail.com Siamo anche su Facebook, basta cercare Mauro Mazzoni
di Paola Bisconti
Si è molto analizzato Plinio Corrêa de Oliveira come un uomo di azione. Il che è vero, resta tuttavia senza maggior rilievo ciò che mi sembra la fonte dalla quale sgorgava tutta la sua attività di lotta in pro della Civiltà Cristiana. Questa combattività nasceva da una profonda vita spirituale, di contemplazione e di preghiera. Nel fragore della battaglia, in attività che gli occupavano tutti i giorni sino alle tre del mattino, egli era un contemplativo, persino tra tante occupazioni. Il Prof. Roberto de Mattei, nel suo splendido libroIl Crociato del XX Secolo, descrive benissimo la personalità, le multiple e interminabili lotte per la Chiesa, a cui il Dott. Plinio dedicò la sua vita. Il titolo già dice tutto: era un crociato in combattimento per la Civiltà Cattolica. La lotta nella società temporale, egli la intraprendeva in nome della Croce.
Nei miei lunghi 18 anni di convivenza molto vicini a lui, avendo la grazia di essere il suo segretario personale, ho potuto osservare nei mille particolari come in lui la preghiera e la contemplazione colmavano tutta la sua vita, senza togliere nulla all’impeto del combattimento controrivoluzionario. È necessario segnalare che la sua pietà era di forte predominanza mariana, sin già dall’adolescenza. Già da molto piccolo accompagnava la mamma Donna Lucilia Ribeiro dos Santos Corrêa de Oliveira, alla Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, a fianco dell’Istituto Salesiano. Lei aveva uno speciale zelo nel coltivare la devozione al Sacro Cuore di Gesù, e così rimanevano ambedue, per lungo tempo, ai piedi della bella e grande statua che si venera in quella chiesa. Nasceva anche nel Dottor Plinio questa profonda devozione, ed egli si dirigeva al simulacro come lo fa un bambino di quattro anni che conversasse con Nostro Signore. Quando aveva circa dodici anni, Dottor Plinio attraversò una prova spirituale, durante la quale si sentì indegno di avvicinarsi a quel simulacro. Desolato, in fondo alla Chiesa, andò nella navata a destra, dove c’era la statua di Maria Ausiliatrice, e si mise a pregare la Salve Regina. Nella sua tenera età interpretò l’invocazione Salve Regina come “Salvami Regina”,il che gli portò una grande consolazione interiore. Sembrava che la Madonna gli sorridesse. Nell’invocazione seguente di questa bella preghiera, Madre di misericordia, eglipensò: “è esattamente di questo che ho bisogno”. In seguito veniva, vita dolcezza e speranza nostra, salve: tutto gli parve applicarsi alla sua necessità. A Te ricorriamo, esuli figli di Eva, a Te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime: veramente non poteva essere più appropriato, concluse. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Questo fatto marcò tutta la sua vita. Già anziano, diceva ancora che questa era la base e le fondamenta della sua devozione alla Santissima Vergine. Frequentemente, in certe sere, andava a visitare quella statua.
Più di un’ora dei pomeriggi del Dottor Plinio erano dedicata alla preghiera, oltre alle preghiere che faceva al mattino, nel periodo serale e nel ringraziamento delle comunioni diarie. La sua giornata iniziava con circa quindici minuti di preghiere diverse, alle quali ne aggiunse altre lungo la sua vita; questo perché, a suo avviso, quel che si offre alla Madonna non Glielo si toglie più. Così, salvo certi casi circostanziali, se avesse incluso nella lista delle sue preghiere qualcun’altra particolare, l’avrebbe mantenuta sino alla fine dei suoi giorni. Giornalmente usava fare le sue preghiere dirigendosi verso qualche chiesa dove potesse raccogliersi. In un’epoca in cui i telefonini erano rari, riusciva così a fuggire dalle interruzioni e da altre preoccupazioni che potessero distrarlo dalle sue preghiere. Già sedendosi in auto, la sua fisionomia cambiava, iniziando una lunga lista di preghiere, tra le quali spiccava la Consacrazione alla Madonna secondo il metodo di San Luigi Maria Grignion da Monfort. I salmi del Santissimo Nome di Maria, il Piccolo Ufficio della Madonna, novene perpetue, preghiere per il Sommo Pontefice, coroncine di giaculatorie e tante altre preghiere, le faceva con notevole devozione.
Erano tre le devozioni centrali nella sua vita di preghiera, molte volte dette le le tre bianche: devozione alla Eucarestia, alla Madonna e al Vicario di Cristo. Ebbe grande influenza nella sua vita interiore il libro L’anima di ogni apostolato, di Don Chautard (1858-1935).
Quel che attirava di più la mia attenzione era la capacità del Dottor Plinio, in mezzo ad altre attività, di elevare la mente a temi metafisici, e da lì al soprannaturale. Elevatio mentis a Deo è appunto la definizione di preghiera.Sia nelle riunioni su argomenti politico-sociali, sia nei disbrighi, sia nelle numerose riunioni su temi riguardanti la società temporale, dei quali trattava abbondantemente, egli ricollegava tutto alla religione, alla Madonna e alla Santa Chiesa.Ecco un esempio. A metà degli anni ‘70, Dottor Plinio dirigeva una riunione in cui trattava di un argomento molto concreto, a partire dal quale salì ad altissime considerazioni. Gli chiesero, dunque, come riuscisse a farlo. Allora rispose che la domanda avrebbe dovuto essere un’altra: com’è che, contemplando, riusciva a risolvere cose talmente pratiche. Aggiunse, poi, che senza abbandonare le alte quote della contemplazione, era da lì che analizzava i piccoli episodi, facendo come certi uccelli che, per afferrare la loro preda, volano più in alto per poi, con un volo fulminante, agguantare ciò che avevano in mira. Come un gabbiano, per fare un esempio, che “pesca” il suo pesce che si sposta tranquillamente nell’acqua.Chiaramente, la nostra difficoltà era di capire qualcosa che, infatti, era l’opposto di ciò che pensavamo che stesse accadendo nella sua mente. Quindi, si potrebbe dire che la sua mentalità era in una costante interrelazione tra il temporale, il metafisico e lo spirituale. Questo gli permetteva di passare da un campo all’altro, con un’agilità e una facilità del tutto naturale.
Negli anni ‘60, egli definì ai suoi discepoli la sua propria luce primordiale (cioè, l’angolatura per cui la persona è chiamata ad ammirare e a glorificare Dio): “La mia luce primordiale è una visione amorosa di tutto l’ordine dell’Universo. Una visione armonica, architettonica, gerarchica e monarchico-aristocratica del Creato, da un angelo ad un granello di sabbia, dando risalto ai punti che la Rivoluzione più cerca di combattere“. Analizziamo la definizione: “Visione amorosa” dalla quale si rimanda al primo Comandamento della Legge di Dio; “di tutto l’ordine dell’Universo”, cioè, abbracciando tutte le creature; “armonica, architettonica”, ossia, l’ordine in cui tutto è al suo dovuto posto, formando l’armonia dell’Universo; gerarchica e monarchico-aristocratica, vista non solo dal suo punto più elevato, ma pure nei suoi aspetti intermediari; “da un angelo ad un granello di sabbia”, rilevando che abbraccia tutto il Creato, dal più spirituale all’infimo materiale; “dando risalto ai punti che la Rivoluzione più cerca di combattere”, e qui troviamo quella prodigiosa sinergia della contemplazione con il combattimento, che egli portava ai suoi estremi. Inizia con l’amore a Dio, riflesso nell’ordine dell’Universo, e termina nella lotta contro le forze del demonio che danno impulso allaRivoluzione. Ecco un bel programma di vita.
Dalla cerimonia della Veglia Pasquale, ad esempio, egli distillò un concetto applicabile all’ordine temporale. Quando il sacerdote, entra con il Cero Pasquale in mezzo al buio, e intona il “Lumen Christi”, c’è un riferimento alla luce di Nostro Signore penetrando le tenebre. Da qui decorre un’analogia ricca di sostanza a proposito delle tenebre del mondo rivoluzionario: come va, nei nostri giorni, il “Lumen Christi”? Questa battaglia tra il potere delle tenebre e la Luce di Cristo, come si sta svolgendo? Questo era un punto fondamentale nell’analisi che faceva della società temporale. Egli desiderava sacralizzare tutti i momenti del giorno. Così, dato che solitamente lavorava sino all’alba, si domandava se non potesse esserci un Angelus da pregare a mezzanotte. Quindi, qualche volta pregava il suo Angelus in quell’ultima ora del giorno; altre volte ripeteva per tre volte una giaculatoria: “Dignare Mater die isto”, alla quale si rispondeva “sine peccato nos custodire”. Alla fine della giornata, prima di coricarsi, erano copiose le preghiere ed i baci alle reliquie. Era ancora l’occasione per fare qualche lettura, generalmente su temi storici. La Storia lo affascinava, per la contemplazione della psico-sociologia, dei personaggi, dei popoli e delle circostanze, nonché dei riflessi esistenti in essa dell’ordine posto da Dio nell’Universo.
Ce n’è per tutti, compresi quei cattolici ordinari che aprono i giornali e non sanno se si trovano nella cronaca nera o nella pagina degli spettacoli, col bel risultato di farsi venire gli stessi pensieri di fior di anticlericali, anche se con opposto palpito di cuore. E ne hanno ben donde, poveretti. Perché, a non voler nascondere sotto il tappeto la sporcizia denunciata a suo tempo dal cardinale Ratzinger, da ridere pare proprio che non ce ne sia. Anzi, forse ce n’è abbastanza da scandalizzarsi senza timore di passar per paolotti della più bell’acqua. E certamente si dovrebbe tirare la notizia un po’ più su di pagina 19, tanto ormai la sanno tutti.
E-ilmensile - L’iniziativa è partita qualche giorno fa da Marina Cometto, mamma di una donna di 38 anni con gravissima disabilità e presidente dell’associazione che porta il nome della figlia, Claudia Bottigelli. Un’azione partita su Facebook, e che, grazie alla rete, sta coinvolgendo decine e centinaia di famiglie, pronte a unirsi alla protesta, compiendo lo stesso gesto. A dare pubblicità alla notizia il sito di Redattore Sociale, che riprendiamo. “Le scrivo per consegnare nelle Sue mani la mia tessera elettorale – si legge nel testo – che trova in allegato, non riconoscendomi più come cittadina nella politica attuale e non sentendomi più rappresentata da nessuna delle forze politiche presenti in questo momento”. Le ragioni della protesta riguardano i recenti interventi attuati o anche solo proposti nei confronti della disabilità, che mettono sotto attacco le principali conquiste legislative degli ultimi decenni. “Sono state emanate negli anni 80, 90, 2000 numerose leggi a tutela delle persone con disabilità – si legge ancora – l’inclusione nella società sembrava ormai un fatto concreto e pur con i limiti interpretativi potevamo affermare di essere un Paese da cui prendere esempio. Poi c’è stata, negli ultimi anni, una negativa svolta, che ha iniziato a cancellare diritti acquisiti, agevolazioni nate per offrire pari opportunità, benefici economici. E’ iniziata la caccia ai falsi invalidi, accusati di essere colpevoli dell’aumento eccessivo di indennità d’accompagnamento. Ma nel calderone ci sono finiti tutti, anche chi disabile lo è davvero”. Sono infatti partiti così molti tagli alla Sanità e ai servizi, con relative riduzioni alle autorizzazioni per gli ausili e protesi, ai fondi per gli assegni di cura, per i progetti di vita indipendente, per l’assistenza indiretta e per l’integrazione scolastica.