di Annalisa Petrella
Da sinistra: avv. Pietro Guerini, Cav. Mauro Mazzoni, Magistrato Giacomo Rocchi, Avv. Massimo Mallucci, dott. Fabrizio Lastei |
Un sentito ringraziamento va doverosamente al cav. Mauro Mazzoni, vice coordinatore toscano di Stella e Corona, per la scelta dei relatori invitati, l’ottima organizzazione e la calorosa accoglienza riservata ai partecipanti.
Ascoltando i relatori durante la conferenza avevo la sgradevole sensazione di assistere alla visione di un riuscitissimo film dell’orrore, che inizia con rassicuranti scene di vita di coppia e continua in un crescendo di perfide crudeltà, perpetrate da gruppi di potere che agiscono da decenni contro l’umanità per annientarla con azioni insidiose, come un serpente silenzioso che striscia in mezzo alla società iniettando il veleno che ne muterà la mentalità e allontanerà l’uomo dalla legge naturale, per condurlo verso la legge contro natura e quindi contro se stesso.
Questa azione strisciante inizia negli anni 60 del secolo scorso, quando la comunità scientifica si applica allo studio dei contraccettivi per impedire il concepimento e inizia a prendere forma la mentalità contraccettiva.
Che cos’ è la mentalità contraccettiva? È quell’idea per cui la coppia umana decide il momento giusto per avere dei figli e il numero dei figli, ovvero stabilisce la riproduzione consapevole. Si può forse obiettare qualcosa a questo ragionamento ? Sicuramente no, come si fa a non essere d’accordo che per mettere al mondo dei figli ci devono essere le condizioni giuste (temporali, affettive, economiche), è da veri irresponsabili, ad esempio, fare dei figli da giovanissimi e spiantati, quale futuro si può assicurare ai figli ? Le persone responsabili, quindi, controllano il concepimento e programmano le nascite tramite i contraccettivi.
E se negli anni ’70 qualche incosciente o vittima di una società oscurantista non usa i contraccettivi e rimane incinta che fa? È destinata a una procreazione irresponsabile o al rischio della sua vita durante l’aborto clandestino. Non si vorrà per caso condannare quella donna alla vergogna di aver messo al mondo un bambino in un momento non opportuno della sua vita ?! Come si può permettere che una donna subisca una simile gogna ?! E in alternativa, in una società civile, come si può permettere che una donna rischi la propria vita mentre si sottopone ad un aborto clandestino per sopprime il bambino concepito in un momento inopportuno ?! No, bisogna rimediare a questa barbarie, permettere a una donna di sopprimere in sicurezza il suo bambino è un atto di civiltà ! Bisogna legalizzare l’aborto e strappare da sordidi ambulatori clandestini e dalle mani di ciniche fattucchiere le vite delle donne che vogliono sopprimere il bambino inopportuno e assicurare loro un posto in ospedale, in una vera sala operatoria, con delle vere attrezzature chirurgiche, con dei veri medici che sopprimono con cognizione di causa il bambino inopportuno !
Per non parlare dei casi in cui il feto presenta delle patologie: mettere al mondo degli infelici sarebbe da veri incoscienti, al contrario ricorrere all’aborto terapeutico è un comportamento responsabile.
E se negli anni 2000 c’è ancora qualche incosciente o vittima di una società bigotta che non usa i contraccettivi, non vorremo mica esporre questa donna al rischio di una gravidanza inconsapevole o di doversi ospedalizzare per praticare l’aborto ? No, mettiamola nella condizione di rimediare in forma anonima, a casa sua, senza doversi confrontare con la struttura di un consultorio, di un ospedale, studiando una pillolina che presa il giorno dopo o 5 giorni dopo il rapporto a rischio eviti il ricorso all’aborto chirurgico e favorisca l’aborto chimico, meno impegnativo e più riservato.
E se qualche coppia fosse biologicamente impossibilitata ad avere figli ? Nessun problema, la scienza ha fatto passi da gigante e negli ultimi anni è possibile la fecondazione assistita, perché la riproduzione è un sacrosanto diritto ed è un dovere garantirla a tutti ! Ottenerla è facile, si producono un certo numero di embrioni, con alcuni di essi si tenta l’impianto e con gli altri, quelli in esubero, si procede dopo alcuni anni alla loro eliminazione o l’invio alla ricerca. Qual è il problema, sono solo embrioni umani, non si vorrà paragonare il diritto di una coppia a produrre tanti embrioni per poter avere un figlio, al diritto naturale di ogni embrione umano di diventare figlio !
E se è giusto occuparsi del benessere delle coppie e dei loro figli, non è giusto trascurare vecchi ed ammalati anche loro hanno diritto ad una buona qualità della vita e se non possono raggiungerla dobbiamo almeno garantirgli la qualità della morte ! Dobbiamo aiutarli a ad abbandonare il prima possibile questa triste e sofferta vita.
Molti dopo aver letto questo resoconto potrebbero obiettare: cosa c’è di male in tutto questo, sembra tutto così ragionevole ? Sì, è tutto ragionevole nella logica della cultura della morte che i gruppi di potere a piccoli passi stanno sostituendo alla cultura della vita, inducendo un bisogno e introducendo la risposta a quel bisogno: dapprima il controllo del concepimento, poi il controllo delle nascite, poi il controllo qualità dei nascituri, poi l’aborto chimico, poi l’eliminazione degli embrioni in esubero o più probabilmente il loro utilizzo nella ricerca, poi l’eutanasia. Queste forze oscure che agiscono contro l’uomo in 60 anni sono riuscite a condurci per mano fino a desiderare la morte, fino a soggiogare l’istinto umano di conservazione e trasformarlo in istinto di morte, soprattutto verso i propri figli. Hanno cioè annientato non solo l’istinto di sopravvivenza di ognuno di noi, ma soprattutto l’istinto di conservazione della specie con l’uccisione programmata e determinata dei propri figli!
Che l’obiettivo di questi gruppi sia l’estinzione della specie umana è chiaro anche dall’attacco quotidiano su scala mondiale al genere umano con l’abbattimento della differenziazione sessuale, pilotato abilmente prima con l’ accettazione e “normalizzazione” dei gay all’interno della società e poi, con la falsa giustificazione della discriminazione dei soggetti gay, con il divieto di fare qualsiasi tipo di distinzione tra il genere maschile e femminile.
Ma tornando all’argomento principale della conferenza di Lucca “Voglio vivere”, dalle relazioni si evince che l’aborto legale cioè quello praticato secondo l’iter normato dalla legge 194/78 è solo una delle tante pratiche abortive. Parallelamente all’aborto legale, infatti, ci sono l’aborto clandestino, molto praticato dalle straniere, l’aborto sommerso, praticato da donne italiane che vanno ad abortire all’estero perché la gravidanza ha superato il limite entro il quale in Italia è lecito abortire e l’aborto chimico indotto dalle pillole del giorno dopo.
L’introduzione dell’aborto legale è stato solo l’inizio della fine, purtroppo in senso letterale e non metaforico, perché non ha eliminato la piaga dell’aborto clandestino, come si prefiggeva, e in compenso ha spalancato le porte alla cultura della morte in svariate forme e motivazioni, a volte aberranti.
Durante la gravidanza, la donna è indotta ad una serie di accertamenti diagnostici per identificare eventuali anomalie del feto che con il passare del tempo si profilano sempre più come una selezione in-naturale prenatale della specie umana, secondo canoni in-naturali di perfezione fisica.
Naturalmente questi accertamenti sono stati introdotti con il fine dell’esclusivo futuro benessere del nascituro e una volta formata la mentalità, cioè l’accettazione da parte della società di tale procedimento, si è passati alla seconda fase, cioè alla formazione della mentalità di selezione fisica tramite aborto di tutti i feti che non rispondono ad una eccellente perfezione genetica. Perché eccellente ? Perché il progresso della scienza purtroppo è irrefrenabile e nella diagnostica prenatale aumenta costantemente il numero degli accertamenti possibili durante la gravidanza e di conseguenza le patologie riscontrabili e di conseguenza il numero di aborti terapeutici, senza contare che gli stessi accertamenti possono essere causa di aborto. Se volete farvene un’idea è sufficiente digitare “amniocentesi” su Wikipedia e potrete istruirvi su quante prove subisce un bambino nella fascia d’età prenatale. Proprio così, sottoposto a dure prove selettive per venire al mondo, come gli esami di selezione per iscriversi ad una prestigiosa facoltà universitaria, con la differenza fondamentale che in quel caso la non idoneità non comporta la soppressione del candidato, il quale è libero di iscriversi ad un’altra università. Le tecniche di diagnostica prenatale sono sempre più sofisticate e sempre più lanciate nella ricerca spasmodica di patologie genetiche o anomalie fisiche che ormai nella mentalità comune non sono più accettate, perché precludono al bambino e/o ai genitori quelle aspettative di benessere psicofisico che pare spettino di diritto a ciascun individuo, condannandolo/li ad una vita da infelice/i.
Anche in questo caso sono certa che molti leggendo siano d’accordo sull’inopportunità di mettere al mondo un infelice; dobbiamo prima però definire quali sono i parametri su cui basarci per stabilire la felicità futura di un individuo e il grado di felicità o infelicità accettabili per poter comunemente vivere la nostra esistenza terrena, transitoria: sicuramente infelice, probabilmente infelice, forse infelice, poco infelice, poco felice, forse felice, probabilmente felice, sicuramente felice. Ora vorrei che applicaste questi parametri alle seguenti patologie riscontrate in fase prenatale: sindrome di Down, spina bifida, labbro leporino, piede equino, malattie genetiche. Secondo voi, quanto può essere felice un bambino/adulto affetto da sindrome di Down secondo i parametri succitati ? E un bambino/adulto con il labbro leporino ? E un bambino/adulto con il piede equino ? Secondo me, applicando il puro buon senso, ovvero da uomo comune senza particolari conoscenze in campo medico psicologico, ovvero nella assoluta normalità di interpretazione della vita, ovvero nella normalità con cui la vita viene vissuta, ovvero nell’unica vera realtà dell’uomo comune, credo che per il primo, il bambino/adulto Down, il grado di felicità dipenda dalla sua accoglienza in famiglia, e per il secondo e il terzo, il bambino/adulto con labbro leporino o con piede equino, credo che dipenda dalla capacità di accettarsi così come si è, esattamente come accade per una persona che nasce brutta, o che è molto piccola, o molto grande, o molto robusta, o eccessivamente magra.
Vi sentireste di abortire vostro figlio perché da adulto sarà brutto ? O molto piccolo ? Se la risposta è sì, allora l’umanità è perduta e sarà arduo riscattarla, se la risposta è no, allora non è ipotizzabile che un bambino venga abortito perché dalla diagnosi prenatale viene riscontrato il labbro leporino o il piede equino. Questi bambini potranno vivere una vita assolutamente normale, ovvero avranno le stesse potenzialità di vivere una vita normale, felice o infelice, soddisfacente o insoddisfacente, di una persona fisicamente regolare, senza contare che per eventuali imperfezioni si può far ricorso alla chirurgia estetica.
Ebbene, il governo inglese ha reso noto che l’anno scorso (1) gli aborti terapeutici sono stati 2.290, tra questi: 500 Down, 128 con spina bifida, 7 con il labbro leporino, 181 per malattie genetiche ereditarie, 181 con il piede equino. Di questi aborti, 147 sono avvenuti dopo la 24esima settimana di gravidanza che tradotto in mesi significa al sesto mese di gravidanza ! Come fa una madre ad abortire un bambino al sesto mese di gravidanza perché ha il labbro leporino o una malattia genetica?!
Io ho un cuginetto di secondo grado che in questi giorni compie 9 anni, è nato che non era ancora giunto al sesto mese di gravidanza, non pesava un chilo ed è stato in incubatrice per un mese, ma superata questa fase è diventato un bambino sano e più alto della media, non riesco a pensare che bambini della sua età prenatale che potrebbero nascere e tranquillamente vivere siano abortiti, mi sembra un crimine contro l’umanità, mi sembra che quelle madri siano state plagiate, soggiogate, drogate. Me lo chiedo ancora perché voglio essere certa di aver capito bene, perché vorrei che qualcuno smentisse la notizia riportata da Avvenire: si può davvero abortire un bambino perché ha il piede equino o il labbro leporino ?! Sì, si può, perché quelle madri non sono state plagiate, soggiogate, drogate, ma più semplicemente, banalmente, lo Stato ha detto loro che è lecito, ma prima di questo è stato sradicato dall’umanità il senso etico e il riconoscimento della legge naturale, in modo che la stragrande maggioranza delle persone non sappia più distinguere tra lecito e giusto e ciò che è lecito appaia anche giusto.
Rispetto alla ricerca di una irrealistica perfezione fisica e genetica dei nascituri, vorrei invitare tutti a riflettere sulle osservazioni fatte dal cav. Mazzoni durante la conferenza: in Italia dall’entrata in vigore della legge 194 del 1978 sono stati abortiti 5 milioni di bambini. Tra questi bambini ci saranno stati sicuramente storpi, brutti, psicolabili, ritardati mentali, portatori di gravi handicap, di patologie genetiche, ecc., ma ci saranno stati sicuramente anche bambini destinati a diventare da adulti belli, fisicamente prestanti, intelligenti, genialmente versati nelle scienze e nelle arti.
Questo significa che mancano all’appello scienziati che avrebbero potuto scoprire la causa di malattie genetiche o scoprire un “vaccino” antitumorale salvando così molte vite umane, mancano alla nascita anche persone che sarebbero potute essere geniali come Leonardo da Vinci che era artista-scienziato-inventore, o artisti come Michelangelo, Raffaello e Canova, o poeti come Leopardi che non brillava certo in perfezione fisica, o attori come Totò o Eduardo De Filippo che non brillavano in bellezza, e perché no, quante veline e calciatori mancano all’appello ? Quanta bellezza, intelligenza, qualità atletiche sono state abortite ? E al contrario, se il feto presenta una patologia non grave o anche grave siamo certi che metteremo al mondo un bambino infelice ?
Conosco un signore claudicante dalla nascita, è regolarmente sposato e padre, non c’è bisogno di chiedergli se è felice perché lo si vede.
Parlavo all’inizio di film dell’orrore, e non posso che ripetere questo termine. Insieme ai milioni di bambini, la mentalità corrente ha ucciso milioni di coscienze. Eppure, in questa situazione tragica, ci sono dei segnali confortanti, primo fra tutti l’alto numero dei medici obiettori, che in diverse Regioni raggiunge l’80% del personale, tant’è che diversi Ospedali devono affidarsi a “consulenti esterni” per assicurare l’essenziale servizio gratuito dell’aborto. Insomma, ci sono medici che fanno i killer itineranti, portando da ospedale ad ospedale la loro capacità ed esperienza per uccidere i bambini.
Il totale silenzio viene invece dal Parlamento. In oltre trent’anni trascorsi dall’approvazione della 194, nessuna voce si è alzata in Parlamento per fermare questa strage.
Sappiamo che già in passato un referendum fallì, ma questo non vuol dire che non si possa riproporre ora, con una mentalità senza dubbio mutata, anche se purtroppo anestetizzata di fronte all’orrore, presentato ormai da troppi anni come “esercizio di un diritto”.
Il comitato no194, di cui è portavoce nazionale l’avv. Pietro Guerini, nasce proprio per organizzare un nuovo referendum abrogativo della 194, e per sensibilizzare le coscienze su questa urgenza assoluta.
Il referendum è fattibile, anche se la strada sarà lunga e piena di ostacoli. Ma è anche una strada obbligata, perché questa strage deve finire, perché una Società che uccide i suoi figli è una Società destinata a scomparire, e che in parte è già scomparsa, con la morte di tante persone e di tante coscienze.
L’adesione al comitato no194 si può fare in pochi istanti, cliccando su “aderisci” dalla home page del sito www.no194.org . E’ una adesione che non costa nulla, ma che vale moltissimo, perché è un appoggio a un’opera di civiltà che non può essere procrastinata.
Fonte: http://www.riscossacristiana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1015:aborto-contro-la-strage-degli-innocenti-la-conferenza-a-lucca-dal-titolo-qvoglio-vivereq-di-annalisa-petrella&catid=60:spazio-per-la-vita&Itemid=123
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