di REDAZIONE
A Milano, ieri mattina, all’Hotel Admiral, si è mostrata al pubblico una nuova creatura. Si chiama Color44, acronimo di Comitato Lombardia per la Risoluzione 44 ed è coordinata da Vittorino Agazzi. La Risoluzione, in Veneto impegna il governatore Luca Zaia a compiere tutti i passi necessari e legali per un referendum sull’autodeterminazione. Una commissione di giuristi è in via di costituzione per eseguire il difficile compito.
In Lombardia, Color44 mira a raccogliere le firme necessarie per presentare a Roberto Maroni e al Consiglio Regionale una proposta analoga. Dopo una breve introduzione del moderatore Massimiliano Buonocore (La Critica), viene discusso innanzitutto il tema principale: il diritto di votare. Alessandro Storti (Associazione Diritto di Voto), legando simbolicamente due catenine a una piccola urna, che ha portato in sala, fa toccare con mano come la libertà di voto sia negata in Italia. Dall’articolo 5 della Costituzione (la prima catena) e dal divieto di consultazione referendaria in materia fiscale. La Lombardia finisce così per essere schiava fiscale del resto dell’Italia, senza possibilità di recedere dal contratto, come sottolinea, citando cifre da capogiro sul continuo “sacco del Nord”, il professor Marco Bassani (Università degli Studi di Milano).
Proprio sulla tassazione, ne sa qualcosa Giacomo Zucco (portavoce nazionale di Tea Party Italia) che invita ad un approccio “ecumenico” della rivolta contro lo Stato predatore: sono gli esattori che vogliono i popoli divisi al loro interno, mentre è interesse comune a tutti la liberazione dalla servitù fiscale. Un’indipendenza lombarda, per questo, non è da intendersi come una dichiarazione di guerra a chi lombardo non è. E Stefano Magni (giornalista), citando esempi recenti di secessione, soprattutto nell’Est Europa, sottolinea come i conflitti di indipendenza siano l’eccezione e non la regola.
Color44 non è un partito, ma dialoga con tutti i movimenti, partiti, associazioni, gruppi politici (in sala erano presenti Terra Insubre, Unione Padana, Pro Lombardia Indipendenza, Indipendenza Veneta, Italia Confederata) interessati all’obbiettivo di una Risoluzione 44 che metta le cose in chiaro, una volta per tutte. Per capire se i lombardi vogliono realmente continuare ad essere italiani. O vogliano, piuttosto, essere padroni e responsabili del loro destino.
Fonte: http://www.lindipendenza.com/color44-risoluzione-lombardia/
A Milano, ieri mattina, all’Hotel Admiral, si è mostrata al pubblico una nuova creatura. Si chiama Color44, acronimo di Comitato Lombardia per la Risoluzione 44 ed è coordinata da Vittorino Agazzi. La Risoluzione, in Veneto impegna il governatore Luca Zaia a compiere tutti i passi necessari e legali per un referendum sull’autodeterminazione. Una commissione di giuristi è in via di costituzione per eseguire il difficile compito.
In Lombardia, Color44 mira a raccogliere le firme necessarie per presentare a Roberto Maroni e al Consiglio Regionale una proposta analoga. Dopo una breve introduzione del moderatore Massimiliano Buonocore (La Critica), viene discusso innanzitutto il tema principale: il diritto di votare. Alessandro Storti (Associazione Diritto di Voto), legando simbolicamente due catenine a una piccola urna, che ha portato in sala, fa toccare con mano come la libertà di voto sia negata in Italia. Dall’articolo 5 della Costituzione (la prima catena) e dal divieto di consultazione referendaria in materia fiscale. La Lombardia finisce così per essere schiava fiscale del resto dell’Italia, senza possibilità di recedere dal contratto, come sottolinea, citando cifre da capogiro sul continuo “sacco del Nord”, il professor Marco Bassani (Università degli Studi di Milano).
Proprio sulla tassazione, ne sa qualcosa Giacomo Zucco (portavoce nazionale di Tea Party Italia) che invita ad un approccio “ecumenico” della rivolta contro lo Stato predatore: sono gli esattori che vogliono i popoli divisi al loro interno, mentre è interesse comune a tutti la liberazione dalla servitù fiscale. Un’indipendenza lombarda, per questo, non è da intendersi come una dichiarazione di guerra a chi lombardo non è. E Stefano Magni (giornalista), citando esempi recenti di secessione, soprattutto nell’Est Europa, sottolinea come i conflitti di indipendenza siano l’eccezione e non la regola.
Color44 non è un partito, ma dialoga con tutti i movimenti, partiti, associazioni, gruppi politici (in sala erano presenti Terra Insubre, Unione Padana, Pro Lombardia Indipendenza, Indipendenza Veneta, Italia Confederata) interessati all’obbiettivo di una Risoluzione 44 che metta le cose in chiaro, una volta per tutte. Per capire se i lombardi vogliono realmente continuare ad essere italiani. O vogliano, piuttosto, essere padroni e responsabili del loro destino.
Fonte: http://www.lindipendenza.com/color44-risoluzione-lombardia/
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