Si moltiplicano le notizie che riguardano sequestri di generi alimentari contraffatti, che rappresentano un pericolo concreto per la salute pubblica.
Radio Vaticana - I Nas, il Nucleo antisofisticazioni dei Carabinieri, sono impegnati quotidianamente in controlli sul territorio nazionale. Con quali modalità vengono effettuati queste verifiche? Salvatore Sabatino ne parlato con Dario Praturlon, capitano dei Nas: ascolta
R. – Le modalità che adottiamo come Comando Nas sono quelle consuete: ovvero, i monitoraggi mensili, finalizzati e dedicati proprio a specifiche materie – quale può essere l’importazione di prodotti da Paesi extracomunitari – ma anche servizi ispettivi regolari eseguiti presso i principali centri di import-export o esercizi di vendita al dettaglio, o anche su segnalazioni che arrivano dal cittadino che riscontra la presenza di locali sporchi o per lamentele dovute a problemi di salute per il consumo di prodotti che non erano
a parere del consumatore stesso, regolari.
D. – Purtroppo, la sofisticazione alimentare è molto diffusa: quali sono i Paesi maggiormente coinvolti, quelli che producono questi alimenti contraffatti e pericolosi?
R. – Abbiamo notato una maggiore insistenza in Paesi extraeuropei, dove le condizioni culturali di igiene degli ambienti e delle modalità di produzione sono diverse rispetto a quelle europee. Abbiamo trovato, però, problematiche soprattutto nei Paesi dell’Estremo Oriente, sia per le modalità di trasporto e produzione, visto i percorsi lunghi che deve fare il prodotto, ma anche per i criteri igienico-sanitari che sono diversi rispetto a quelli europei.
D. – Come fanno i cittadini a rendersi conto che si trovano di fronte a un alimento contraffatto?
R. – Innanzitutto, bisogna selezionare negozi dove si acquistano i prodotti: che siano riconosciuti, catene di commercio famose, evitare i negozi strani o che non propongono i prodotti con indicazioni in lingua italiana. Poi, la confezione, l’etichetta, sono sempre il biglietto da visita del prodotto. L’indicazione deve essere in lingua italiana e non deve presentare manomissioni. Al momento del consumo, poi, il prodotto non deve avere sapori, odori, colori che possano dare il sospetto di alterazione del prodotto.
D. – Anche sul fronte dei farmaci, esiste purtroppo la sofisticazione: un fenomeno alimentato dal commercio via Internet, con pericoli enormi per la salute pubblica. In questo settore, quali controlli effettuate?
R. – La principale barriera che opponiamo è una collaborazione che abbiamo con altri enti, come l’Agenzia delle dogane, per impedire che questo tipo di prodotti – non solo quelli farmaceutici, ma anche quelli alimentari – possano entrare all’interno dell’Unione Europea e del territorio italiano in modo irregolare. Il Nas di Firenze – e mi riferisco proprio a questo mese di aprile – ha bloccato tre plichi contenenti oltre 1600 confezioni di farmaci, che erano di provenienza presumibilmente cinese, perché le indicazioni nei farmaci non erano in italiano. Erano usati per la cura all’interno della comunità cinese stessa. Erano farmaci antiinfiammatori, antidolorifici, per il trattamento delle disfunzioni erettili. Tutti farmaci che erano assolutamente privi di autorizzazione per l’immissione in commercio nel territorio italiano.
D. – E’ vero che in alcuni di questi farmaci sono state trovate sostanze altamente tossiche, addirittura frammenti piccolissimi di marmo?
R. – Alcuni di questi prodotti contenevano – oltre ad una contraffazione del prodotto per almeno un principio attivo – degli eccipienti che non erano quelli regolari, del farmaco ufficiale, sostanze diverse e in alcuni casi si trattava di polvere di gesso, carbonato di calcio ed altre sostanze, che assolutamente non dovevano essere presenti nel farmaco destinato all’uso umano.
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