Rivedere Lucca, qualunque sia la tua città e patria, è sempre come tornare a casa, abbracciare nuovamente questa piccola comunità medievale racchiusa da possenti mura, che testimoniano la sua volontà d’indipendenza. Con l’amico Mauro Mazzoni, presidente dell’Associazione Culturale Movimento Monarchici, abbiamo lasciato che i passi ci conducessero a riscoprire le sue bellezze e le sue storie, dal Duomo alla chiesa di San Paolino, a Santa Caterina, detta anche delle sigaraie, alla piazza che, sotto l’Impero Romano, fu un anfiteatro, fino alla Torre Guinigi. Secoli di storia si stratificano a Lucca, piccolo e prezioso scrigno dalle mille bellezze. Naturalmente, siamo arrivati alla statua in bronzo di uno dei suoi concittadini più celebri: Giacomo Puccini, a pochi passi dalla sua casa natale. Era un condominio, con l’appartamento dei Puccini al secondo piano, e tale è rimasto.
La visita è poi approdata a salutare un altro amico: il Maestro Alberto Veronesi, da poco nominato Presidente della Fondazione Puccini. Persona squisita e umile, nonostante il cognome ingombrante, dalla sensibilità ed emotività pucciniana, direi. Un vero artista. Alla Fondazione, Mazzoni ed io abbiamo conosciuto un altro personaggio notevolmente interessante: Luigi Viani, responsabile relazioni esterne. Quando ho saputo che il suo bisnonno pittore era amico fraterno di Puccini e uno dei redattori nel 1897 del celebre e ironico Statuto del Club "la Bohème", non ho potuto trattenermi dal cogliere l’occasione per tempestarlo di domande. Ho scoperto così che “sor Giacomo” non era solo un operista sublime, ma un uomo proiettato nel futuro. Per scherzo, s’improvvisò “creativo pubblicitario”, elaborando uno slogan in rima per promuovere un dentifricio tedesco e non era un caso che i suoi cappelli fossero in gran parte della Borsalino! Puccini era anche un “influencer”, diremmo oggi. Che personaggio straordinario!
Con il Maestro Veronesi abbiamo parlato di possibili progetti e collaborazioni e, in generale, di una situazione italiana per certi versi inspiegabile. Tutti e quattro siamo stati d’accordo nell’affermare che l’Italia potrebbe vivere di turismo, di cultura in senso lato e di creatività, o terziario avanzato come si dice più appropriatamente. Abbiamo città come Luc
ca, ma il bel Paese è tempestato da Nord a Sud di agglomerati simili, che in qualsiasi nazione rappresenterebbero il fiore all’occhiello per la sua storia millenaria, i monumenti, il cibo, le tradizioni e i personaggi illustri ai quali ha dato i natali. A Lucca hanno emesso il primo vagito, oltre a Giacomo Puccini, Luigi Boccherini, Alfredo Catalani, Francesco Geminiani… per restare solo nella musica.
ca, ma il bel Paese è tempestato da Nord a Sud di agglomerati simili, che in qualsiasi nazione rappresenterebbero il fiore all’occhiello per la sua storia millenaria, i monumenti, il cibo, le tradizioni e i personaggi illustri ai quali ha dato i natali. A Lucca hanno emesso il primo vagito, oltre a Giacomo Puccini, Luigi Boccherini, Alfredo Catalani, Francesco Geminiani… per restare solo nella musica.
Il discorso si è poi concluso con un’amara considerazione, che riguarda la guerra in corso. Il legame culturale tra l’Italia e la Russia è sempre stato stretto, di reciproca e grande considerazione, di scambio. Improvvisamente siamo diventati nemici e un’amicizia secolare è stata cancellata dai missili “intelligenti” per uno scontro “folle” che neppure doveva accadere e coinvolgerci. Finirà tutto questo? Quando finirà? Il mondo tornerà ad essere spaccato in due, come negli anni della cortina di ferro? L’augurio mio e degli amici lucchesi è che ciò non accada: quando si ergono mura invalicabili, come quelle di Lucca, la possibilità di un conflitto allargato aumenta in modo esponenziale e l’umanità non può permetterselo, se non vuole estinguersi. Nell’immagine, il Maestro Veronesi, Mauro Mazzoni, Massimo Carpegna, con Luigi Viani a fare da fotografo!
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