martedì 31 maggio 2011

NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : RAGGIUNTE LE 1.300 ADESIONI - di Pietro Guerini

di Pietro Guerini –  Portavoce nazionale no194

per leggere il precedente articolo di Pietro Guerini, CLICCA QUI

Quando il 12-1-2011 ho iniziato anche a gestire il sito http://www.no194.org/ , attraverso il quale si raccolgono le adesioni all’iniziativa neoreferendaria , dopo aver promosso l’operazione nel 2009 , contavamo 183 iscrizioni e mi posi come obiettivo il raggiungimento di quota 1 000 entro fine luglio .
Una previsione che poteva forse ritenersi ottimistica .
In realtà , in questi giorni , quindi a fine maggio , abbiamo toccato le 1 300 adesioni .
Il positivo sviluppo della nostra campagna deve molto a Riscossa Cristiana , che ci sta dando spazio da un anno e mezzo a questa parte , grazie alla grande sensibilità del suo direttore , che mi affianca nelle diverse conferenze che ci vengono organizzate .
Il risultato è stato reso possibile anche dalla collaborazione di alcune organizzazioni di area cattolica che hanno aderito all’iniziativa non appena richiesto ( cito , ad esempio e scusandomi per eventuali dimenticanze , il Movimento d’Amore San Juan Diego, Ora et labora in difesa della Vita , Militia Christi , che significativamente riportano l’invito ad aderire all’operazione già nella home page dei loro siti , senza nulla aver mai chiesto come contropartita ) e di altre formazioni non rigidamente riconducili a quella definizione .vita
E notevole è stato il lavoro di alcuni nostri iscritti ( la matematica , tra l’altro , rivela che il primato di adesioni raccolte dai singoli spetta a due donne ) .
Utilissimi sono stati i due eventi organizzati il 22 a Roma ed il 28 a Desenzano .
Nella capitale si sono prodigati lodevolmente alcuni nostri aderenti ed altre persone esterne .
Nella successiva manifestazione bresciana , ho operato unitamente a due validi iscritti e altri volontari ( facendo nel nostro complesso pressoché il pieno dei partecipanti , lo posso affermare proprio in quanto presente ) sin dal raduno e soprattutto all’esterno della sala conferenze .
Provvidenziale al riguardo si è rivelato il rigetto della mia richiesta di poter esporre per 5 minuti l’iniziativa nel dibattito fissato per il pomeriggio ( durato poi 4 ore ) espressomi per iscritto due mesi or sono da parte di uno degli organizzatori , che da diverso tempo lamenta nei suoi articoli l’immobilismo che affliggerebbe il principale movimento antiabortista italiano .
Gli interventi, già numerosi, alla tavola rotonda erano fissati da tempo, e prevedevano la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni e dei movimenti storici del mondo pro-life italiano.
Ho potuto in tal modo dedicarmi totalmente ad incrementare , mediante il rapporto diretto con i partecipanti , la consistenza di un movimento che intende operare per conseguire un obiettivo concreto , ancorché di non facile attuazione , l’unico che ( a livello di politica antiabortista e , quindi , fatte salve la straordinaria utilità e portata umana del volontariato nonché l’importanza dell’attività culturale ) rappresenta una rottura rispetto all’immobilismo sopra evocato ( a prescindere dall’identità delle organizzazioni a cui esso possa riferirsi ) , vale a dire ottenere l’abrogazione di quella legge che tanto viene criticata con numerose pubblicazioni .
La marea di adesioni che , nonostante i tanti ostacoli , sta confluendo attorno a questo obiettivo comprova che il nostro mondo ( in particolare , la sua base ) vuole battersi per difendere concretamente a livello legislativo i propri ideali e non limitarsi a denunciare e descrivere un fenomeno drammatico .
Alcune riviste e circoli hanno dimostrato in questi giorni di aver compreso questo effetto positivo della nostra azione , sostenendo per la prima volta dopo anni tesi abrogazioniste .
Ringrazio tutti .

lunedì 30 maggio 2011

Tavolino contro l'europride.

Il Circolo Giovanile di Militia Christi è sceso in piazza sabato 21 davanti la Basilica di Santa Maria Maggiore per sensibilizzare i romani circa l'europride che sta per infestare Piazza Vittorio. La buona risposta avuta dalle molte persone che si sono fermate a dare la propria adesione dimostra che il buon senso non ha ancora abbandonato il nostro popolo.



Tavolino contro l
Fonte:  http://circologiovanilesanluigi.splinder.com/

domenica 29 maggio 2011

MARCIA NAZIONALE PER LA VITA, SABATO 28 MAGGIO 2011. A DESENZANO SORGE IL SOLE - di Paolo Deotto

di Paolo Deotto

Sabato 28 maggio 2011, ieri. Era una giornata di sole, il cielo ripulito dai nubifragi del giorno prima. Una giornata bellissima. Ma comunque, cinque chilometri a piedi sono tanti. Eppure centinaia di persone decidono di macinarsi quella strada, da Desenzano all’Abbazia di Maguzzano, danno vita a una manifestazione pubblica, a un corteo.
Vengono da tante parti d’Italia, da Roma, o da Trento, da Genova, da Milano, da Torino, da Bergamo, da Brescia, e da tante altre città ancora. Chi in pullman, in treno, chi in automobile. Tutti vengono perché hanno scelto di venire, pagano di tasca loro, non ci sono partiti politici, movimenti sponsorizzati, carovane prepagate a comando. Ognuno fa quel viaggio perché, se lo guardi negli occhi, capisci che ha un motivo vero, vivo, pieno di speranza. Chi cammina spedito, chi fa fatica. Ma chi li ferma?
In questa Italia abbiamo visto cortei d’ogni tipo, dai sindacali ai politici, alle fiaccolate, alle oscene manifestazioni di “gay pride”, alle proteste violente e becere. Beh, niente di tutto questo. I manifestanti che sono venuti a Desenzano e che da lì prendono la strada per l’Abbazia di Maguzzano sono venuti per dire il loro “no”, fermo, assoluto, alla cultura di morte che ammorba la nostra Società. Partecipano alla prima Marcia Nazionale per la Vita. Sono lì perché amano il dono della vita, perché lo difendono, perché sanno che nessuno può disporre a suo piacimento del dono che Dio ci fa da quel momento in cui nel corpo di una donna accade il miracolo. “La donna genera ciò che Dio crea”, disse il grande Pio XII.
Chi si ricorda di Pio XII? E, soprattutto, chi si ricorda di Dio?
Pochi, verrebbe da dire, e forse è proprio così. Ma forse se ne ricordano in molti, ma la loro memoria è schiacciata dall’ultima idiozia vista in televisione, dall’ultimo politico che ha sparato sentenze, dalle promesse di una ideologia morente che in nome di una libertà sfrenata e totale per tutti ha saputo fornire solo la libertà di uccidere i bimbi con l’aborto ed ora vuole avere la libertà di uccidere vecchi e malati con l’eutanasia. La loro memoria è schiacciata dalla paura di non essere accettati dal conformismo, minoritario ma chiassoso e prepotente.
Le centinaia di manifestanti, associazioni e privati cittadini, composti e civili, convenuti a Desenzano sono lì anche per quei fratelli che guardano la vita impauriti dietro le persiane socchiuse, che vorrebbero ma non sanno dire la loro Fede. Sono lì per dire a tutti che la salvezza c’è, esiste, che la Verità si è incarnata e ha incontrato l’uomo, che niente è perduto se si torna a Gesù Cristo, Via, Verità e Vita.
Il resto, tutto il resto, dottrine politiche, teorie, esprimenti sociali, sono foglie secche di un autunno che si prolunga da anni e anni, e il vento se le porta via, ma ne riporta sempre altre, sempre più spelacchiate e sporche.
Guarda negli occhi quella gente, vedrai che la primavera arriva, che ci sono ancora gemme e che i fiori possono tornare.
Non pretendo di fare qui la cronaca della giornata. Tra pochi giorni avremo i testi degli interventi alle Tavole rotonde, potremo pubblicarli, perché sono testimonianze importanti, che arricchiscono ognuno di noi. Qui vorrei solo dirvi quello che si è portato via il mio cuore dalla giornata di ieri, faticosa e dolce.
La strada è lunga, ogni tanto le gambe fanno male. Cento passi, rallento un po’ e dico un’Ave Maria. E riprendo. Incontro un vecchio amico, il dott. Leandro Aletti, uno dei primi in Italia che ebbe il coraggio di denunciare lo schifo delle macellerie di bimbi. Facciamo un po’ di strada assieme, mi passa la sua bottiglia d’acqua, e Dio sa quanto desideravo un sorso d’acqua. Aletti fu uno dei primi messi in croce dalla Buona Stampa progressista. Fu soprattutto uno dei primi a organizzare i Centri di Aiuto alla Vita. Quanti omicidi sono stati sventati dai “CAV”? Migliaia e migliaia. Ma non se ne parla, non fa notizia, perché l’aborto è diventato un “diritto”. Il miracolo della vita che nasce viene gettato nella spazzatura. Si uccide e si lascia la madre alla disperazione che, inevitabile, la prenderà quando, il giorno dopo o dieci anni dopo, la coscienza le si sveglierà. Si irride a Dio, che ha donato la vita. Tutto ciò è un “diritto”, difeso dalla legge e a totale carico del Servizio Sanitario. Se dovete fare un esame di laboratorio, o una visita specialistica, dovete pagare il tiket. Se volete ammazzare un bambino, non vi costa un centesimo. Poi si può sempre dire che è cattivo il prof. De Mattei, perché riporta a galla una sacrosanta verità, chiamata castigo di Dio.
In questo mondo impazzito i marciatori che vanno da Desenzano a Maguzzano marciano controcorrente. Sanno e dicono che la vita è sacra. Chi li guarda forse si gira dall’altra parte, li considera un po’ matti. Ma in altri, ne sono certo, qualcosa resta nel cuore, come quella prima stellina che si inizia a vedere al tramonto, e se si ha la pazienza di guardare ancora il Cielo si vedrà la meraviglia di altre migliaia e milioni di stelle.
Ma bisogna guardare il Cielo.
Come Dio vuole, arriviamo all’Abbazia. Da quanto tempo non facevo tanta strada a piedi? Forse non ho più l’età per questi esercizi, però ci sono arrivato. Pranziamo. Conosco gente nuova, e incontro tanti amici con cui si sta facendo il cammino assieme, quei grandi doni che la Provvidenza ci mette sulla strada per aiutarci a vicenda. Il pomeriggio è impegnato da due tavole rotonde, e da una premiazione di alcune persone tra quelle che più si sono prodigate per la difesa della vita. Si possono ascoltare gli interventi anche nel grande cortile dell’Abbazia, gli altoparlanti esterni permettono di non intasare una sala già stracolma. Vado dentro e fuori la sala, faccio fotografie, incontro persone. Mi rendo conto che sono gioioso come un bambino, con il cuore sgombro da quei mille affanni quotidiani in cui spesso mi perdo.  Quante volte ho detto l’Ave Maria lungo la strada? Tante volte, e fa un gran bene.
Tutto quello che ho intorno, il paesaggio, le persone, i bambini numerosi, alcuni nel passeggino, altri, giustamente, a fare un po’ di confusione in giro, tutto mi parla di speranza.
Amici, questo è solo l’inizio. Quanto cammino abbiamo davanti! Il Signore ci dice: “Senza di me non potete fare nulla”. Chiediamo dunque il Suo aiuto per continuare, per essere forti e fedeli testimoni. Questo è solo l’inizio; comunque, sabato 28 maggio 2011 il sole è sorto a Desenzano.
Galleria di immagini

Avete delle foto della giornata e volete pubblicarle? Inviatele a info@riscossacristiana.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , e le inseriremo nella galleria.

abbazia maguzzano
Abbazia di Maguzzano
ora et labora
Basta parlare di morte, crediamo nella vita, restiamo umani - Associazione Ora et Labora in difesa della Vita
tavola rotonda
Pubblico alla tavola rotonda
giampaolo barra
premiazione di Giampaolo Barra, presidente de Il Timone
roberto de mattei
premiazione del prof. Roberto de Mattei
giovanni zenone
premiazione di Giovanni Zenone, direttore di Fede & Cultura
cortile abbazia
nel cortile dell'Abbazia
pietro guerini
l'avv. Pietro Guerini, portavoce nazionale del comitato no194, per un nuovo referendum abrogativo della legge 194. In occasione della Marcia per la Vita sono state raccolta numerose adesioni al comitato. Per aderire, cliccate su www.no194.org
radici cristiane
striscione della Rivista "Radici Cristiane"
italia cristiana
bandiera dell'Associazione "Italia Cristiana"
mv trtento
manifesto del Movimento per la Vita di Trento
fede cultura
la Casa Editrice Fede & Cultura era presente con un banchetto di libri
strada
LA NOSTRA STRADA CONTINUA...



sabato 28 maggio 2011

IL CORANO E LA LAPIDAZIONE



Per un libro del Corano che qualcuno vorrebbe bruciare quanta sollevazione di scudi a livello planetario come se avanzasse la catastrofe nucleare! Eppure nessuno si scandalizza quando, in nome del Corano, si condanna a morte o alla mutilazione persone colpevoli o presunte di peccato. Cosa è più grave: bruciare un libro o ammazzare una persona?
Infatti, se in nome del Corano intere Nazioni arrivano a condannare a morte donne accusate di adulterio (spesso violentate dagli uomini che poi le espongono al pubblico ludibrio mentre loro restano sempre impuniti), se si arriva a condannarle con una morte orribile come la lapidazione, che consiste nel seppellimento completo della sventurata tranne la testa che viene letteralmente maciullata dalle pietre che uomini “impeccabili” scagliano con violenza mentre “pregano” e ridono davanti a queste scene raccapriccianti, se si arriva a queste atrocità in nome del Corano, non c’è da meravigliarsi più di nulla, perché non c’è più limite al peggio.   
Ciò che più rattrista di tutto questo è il comportamento di certi Prelati della Chiesa cattolica che, mentre si stracciano le vesti davanti a un libro che viene bruciato, paragonandolo nientemeno che ai delitti compiuti dai Nazisti nell’ultima guerra, non muovono un dito per impedire che vengano commesse, in nome del Corano, le atrocità di cui sopra, e ancor meno hanno il coraggio di pronunciarsi contro coloro che, sempre in nome del Corano, bruciano, non i libri, ma le case, le chiese e gli stessi cristiani che vi si trovano dentro.  
In Sudan l’estate scorsa sono stati arsi vivi alcuni giovani e altri sono stati crocifissi perché cristiani, ma chi ha urlato all’abominio da parte delle autorità ecclesiastiche? Sembra che nessuno, tranne il Papa, abbia alzato la voce, oltre a qualche benemerito giornalista che ha avuto il coraggio di segnalare con disappunto tali atrocità!  Dove sono i vari organismi internazionali contro la pena di morte? Dov’è Amnesty International? Quando si tratta dell’Islam, tutti sentono tremare le gambe e, se non possono elogiare, si defilano in silenzio.
Che differenza abissale invece nell’insegnamento del Vangelo, così boicottato e manipolato dagli stessi cristiani, purtroppo, laddove Gesù mostra la sua misericordia verso i peccatori con quella frase commovente: “Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva!”.
Come ha espresso più volte con coraggio e cognizione di causa un ex musulmano convertito al cattolicesimo, Magdi Cristiano Allam, in quasi tutti i suoi libri avvincenti, in particolare “Europa cristiana libera”, è il Corano a partorire i musulmani, tutti, indistintamente, fondamentalisi e moderati, scatenati e tolleranti, non ci sono “distinguo” perché tutti si ispirano al Corano e tutti sono tormentati da quel loro “dio” terribile che vuole farsi adorare solo con il terrore, la vendetta e l’abominio, come si adora di solito il principe delle tenebre.
E per vincere il principe delle tenebre non esistono strategie, nè belliche, né ecumeniche, né di alleanze o altro se non la strategia per eccellenza che Gesù Cristo ha messo nelle nostre mani e che l’Occidente cristiano sta purtroppo abbandonando sempre di più: la preghiera cristiana che ha il suo culmine nella Santa Messa, l’unica che può vincere il diavolo perché attinge la sua forza direttamente dalla potenza di Cristo in Croce immolato attraverso il sacerdote, e il Rosario della Vergine Maria che ha schiacciato la testa del serpente e ha sotto i suoi piedi la mezzaluna.

                                                                       patrizia.stella@alice.it

11 settembre 2010

venerdì 27 maggio 2011

In Ricordo

                                                                                                                     Lucca 27 – 05 – 2011            


Nella casa in cui abito, appeso ad una parete, c’è un quadro di circa 80 x 60 con una foto e una scritta che riporta così : Almirante, un grande Italiano, un esempio da seguire. MSI  DN
Ho conosciuto Almirante nei vari comizi tenuti a Lucca, ho cenato molte volte con lui.
La cosa che colpiva di questo politico, erano i suoi discorsi improvvisati, captando la situazione del momento, corretti, non volgari e non offendeva mai nessuno, carichi di significati e portatori di valori, famiglia, patria e onestà. Valori che purtroppo oggi sono calpestati.
Era pronto a salutare tutti, dall’ industriale al pensionato o al giovane studente, ed ascoltava i problemi di tutti.  La cosa che impressionava di più , era la sua memoria, se ritrovava una persona
A distanza di anni , la salutava ricordandosi  il nome e la città  dove abitava.
Concludendo, questo era un politico.
Mauro Mazzoni
Seg. prov. Stella e Corona Lucca


TARANTO - Soddisfazione per la serata organizzata da Casaggì Taranto (con la preziosa collaborazione del PDL Taranto) Venerdì 20 Maggio, a due giorni antecedenti l'anniversario della morte di Giorgio Almirante (22 Maggio).
L'incontro si apre con la lettura da parte nostra di un paio di poesie dedicate appunto alla figura di Giorgio per poi proseguire con la telefonata in diretta della moglie Donna Assunta Almirante che salutava affettuosamente tutti i presenti in sala.
Successivamente la proiezione di un video commemorativo montato dai militanti di Casaggì, durante il quale non sono venute a mancare emozioni tra il pubblico giovane e adulto.
Si conclude poi con dibattiti e testimonianze che vedono protagonisti personaggi che hanno vissuto in prima persona il periodo del glorioso MSI, tra cui spicca l'intervento passionale dell'On. Ninì Del Prete, puntualmente presente a questi tipi di ricorrenze.
Il gran numero dei presenti ha confermato ancora una volta il valore di certe figure del passato che, arricchiti dai loro ideali, non subiranno mai tramonto e saranno modello esemplare per la destra del domani.

mercoledì 25 maggio 2011

Educazione della Legalità

Mauro Mazzoni, seg. prov. di Stella e Corona Lucca, ringrazia il  Questore della Polizia di Stato di Lucca e il Vice Questore Virgilio Russo, nonchè il personale della Questura il poliziotto di quartiere, per la bella iniziativa intrapresa , coivolgendo i bimbi dell' ultimo anno della scuola materna di Lammari, sotto forma di gioco anno spiegato l' educazione della legalità . I bimbi entusiasti hanno risposto molto bene all' iniziativa , richiedendo di visionare l' auto della Polizia, suonare la sirena e attivare i lampeggianti. I bambini devono vedere le forze dell' ordine come una seconda famiglia di cui fidarsi e farne un punto di riferimanto.
Mauro Mazzoni
Seg. Prov. di Stella e Corona Lucca

martedì 24 maggio 2011

PRESENTAZIONE DEL COMITATO NO194 A VARESE - di Marco Sudati

di Marco Sudati

INVITIAMO TUTTI GLI AMICI LETTORI AD ADERIRE AL COMITATO NO194, CHE PROMUOVE UN NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA LEGGE 194, CHE HA FINORA CAUSATO OLTRE CINQUE MILIONI DI VITTIME INNOCENTI. PER ADERIRE, DALLA HOME PAGE DEL SITO http://www.no194.org/, CLICCATE SU "ADERISCI"



Lo scorso sabato 21 maggio si è svolta a Varese, presso i locali dell’Associazione ITALICA VARESE, una conferenza di presentazione dell’iniziativa, proposta dall’Associazione NO 194, volta a promuovere un nuovo referendum abrogativo della legge 194.
Alla presenza di un interessato pubblico, per lo più composto da giovani, l’incontro è stato condotto da tre relatori: l’Avvocato Pietro Guerini, portavoce nazionale di NO 194; il Dottor Paolo Deotto direttore di Riscossa Cristiana; Marco Sudati, redattore della rivista Ordine Futuro.
Nel corso della conferenza, sono stati ricordati i motivi essenziali che rendono irrinunciabile e tutt’altro che demodé la battaglia anti-abortista in Italia e nel mondo.conferenza no194
Ad onta, infatti, della mentalità progressista e liberale, secondo la quale la libera pratica abortiva, garantita da una legge dello Stato, sarebbe un “diritto civile” ormai acquisito in via definitiva – in quanto tappa del processo di emancipazione dell’umanità dai vincoli di un’opprimente visione tradizionale, ossia religiosa e sacrale della vita – è stato ribadito l’intramontabile dovere di battersi contro l’iniquità, soprattutto quando questa si trasforma in legge dello Stato, minando, di fatto, l’integrità del corpo sociale e la ragione su cui si fonda l’esistenza dello Stato stesso: il perseguimento del bene comune dei governati e la difesa della vita umana innocente.
La battaglia anti-abortista – che trova il suo naturale sbocco nell’impegno per l’abrogazione della legge 194 – deve essere colta nel suo pieno significato di lotta contro tutto quanto concorre a fondare una nuova umanità, scevra da ogni vincolo a quella verità oggettiva delle cose che rimanda continuamente al loro Creatore, Ordinatore e Signore.
La lotta all’aborto di Stato, attraverso la promozione di una nuova campagna referendaria, è un richiamo ai molti che, pur condannando la pratica abortiva e la legge che ne garantisce l’esercizio, si sono rassegnati al presente trionfo dell’iniquità.
Dopo il divorzio e l’aborto, eutanasia e riconoscimento delle unioni omosessuali sono alle porte … A questa amara constatazione, deve seguire l’azione. Ci vogliono sconfitti e rassegnati all’ineluttabilità del loro “progresso”? Mai!
La contabilità del fallimento progressista e liberale è sotto gli occhi di tutti: dal delirio di onnipotenza della modernità, siamo passati all’inevitabile deriva nichilista che segna la cosiddetta post-modernità. Le lotte per i “diritti civili” – che hanno contrassegnato gli anni sessanta, settanta ed ottanta del secolo scorso – si sono, prevedibilmente e tragicamente, rivelate per quello che sono: portatrici di dissoluzione e morte. L’assurda pretesa di negare la dipendenza degli uomini dall’Autore della vita, ossia da Colui che dà l’esistenza alle cose facendole essere ciò che sono, si trasforma nell’irrefrenabile corsa verso il baratro di un’umanità confusa e priva di punti di riferimento certi.
Nello scenario culturale, politico e sociale attuale – caratterizzato dall’innegabile venir meno di quella spinta propulsiva di cui godevano i progressisti di ogni risma nei decenni scorsi, ma anche da grande disorientamento per lo stato di oggettiva crisi che da troppo tempo investe la Chiesa, punto di riferimento morale per antonomasia – il lancio di una proposta come quella avanzata da NO 194 è una vera e propria scossa, una provocazione “a trecentosessanta gradi” da cogliere nella sua sostanza di irrinunciabile ed improcrastinabile battaglia di civiltà.

domenica 22 maggio 2011

65° Anniversario della Regione Sicilia.

In questa foto vedete il nostro attivissimo  dirigente Comm. Angelo Barbuscia, durante la celebrazione di Allenza Monarchica per 65° Anniversario dello Statuto della Regione Sicilia.
Avanti Barbuscia!!

martedì 17 maggio 2011

Costa d’Avorio: 700.000 bambini sono tornati a scuola dopo le violenze iniziate a novembre

Quasi un milione di bambini in età scolastica sono stati colpiti dalle violenze iniziate lo scorso novembre a seguito delle elezioni presidenziali in Costa d'Avorio.
Radio Vaticana - Come riferisce un comunicato dell'Unicef, finora più di 700 mila bambini, in tutto il Paese, hanno ricominciato a frequentare le lezioni. Molte scuole restano però chiuse, in particolare nelle aree rurali e 200 mila bambini non riescono ancora a frequentare la scuola. In alcune parti del Paese permangono ancora tensioni e i bambini hanno paura di tornare a scuola. Così l'Unicef ha avviato la distribuzione di 500 mila kit scolastici, ciascuno contenente una cartella, libri e penne. “Molti bambini sono stati costretti a fuggire, e quando sono ritornati hanno trovato le proprie case vuote” spiega Gilberte Yeble Amari, responsabile Unicef per l’istruzione in Costa d’Avorio. “Questi kit sono un primo passo per riavvicinarsi agli studi e poter frequentare l’anno scolastico”. L’obiettivo dell’Unicef è quello di aiutare un milione di bambini a tornare a scuola il più presto possibile. Nella parte ovest del Paese, dove i villaggi sono stati particolarmente colpiti dalla crisi, l’80% delle scuole sono rimaste danneggiate. Nei casi in cui è stato possibile riprendere le lezioni, le aule erano affollate. In tutto il Paese, l'Unicef sta procedendo al reclutamento e alla formazione degli insegnanti e sta lavorando attivamente con le comunità per convincere i bambini e gli insegnanti a tornare a scuola. L’Unicef ha lanciato un appello per 32 milioni di dollari per rispondere alle esigenze più pressanti: scuola, acqua e igiene, salute, nutrizione, protezione dei bambini dai rischi e dalle conseguenze del conflitto. (G.P.)
Fonte: http://www.laperfettaletizia.com/2011/05/costa-davorio-700000-bambini-sono.html

venerdì 13 maggio 2011

Il più grande crimine di tutti i tempi: «Il misero Balzo di Mao Tse Tung»

di Massimo Introvigne (Avvenire, 28 aprile 2011)

 
Continua la controversia fra gli storici se abbia ucciso più persone Hitler o Stalin. Il libro dello storico inglese Frank Dikötter Mao’s Great Famine. The History of China’s Most Devastating Catastrophe, 1958-1962 (Walker, New York 2010) ci ricorda che Mao Tse-Tung li batte di gran lunga entrambi, stabilendo record che forse superano anche Gengis Khan. Una cosa, secondo Dikötter, è sicura: il “Grande Balzo in Avanti” del 1958-1962 è il più grande crimine di tutti i tempi, la peggiore catastrofe mai causata da mano umana nella storia.

Si trattò di una corsa folle allo sviluppo economico attraverso la collettivizzazione lanciata da Mao nel 1958, dopo che Khruscev aveva promesso che in quindici anni l’economia russa avrebbe superato quella degli Stati Uniti. Mao rispose che nello stesso periodo, anzi prima, la Cina avrebbe superato la Gran Bretagna, e nel 1958 avviò una gigantesca campagna per concentrare tutti i contadini dell’enorme Cina in sole 28.000 grandi comuni, imporre ritmi di lavoro forsennati per costruire a tempo di record nuove dighe e canali e installare in ogni villaggio piccoli altiforni per produrre ghisa e altri materiali. Il piano era demente. Le dighe costruite frettolosamente cedettero, facendo – nel solo caso delle due barriere sul fiume Huai – 230.000 morti. Gli altiforni – in cui pure i contadini furono costretti a buttare di tutto, dalle pentole ai rivestimenti delle case, talora distrutte per questo scopo – produssero materiali ferrosi del tutto inutili. Soprattutto, si distrussero le famiglie. Uomini e donne furono separati e inviati a lavorare fino a venti ore al giorno in unità separate, dormendo all’addiaccio o in casermoni o tende malsane e mangiando – pochissimo – nelle mense. Uno dei collaboratori di Mao dichiarò che era venuto il momento di riconoscere che “tutto è collettivo, anche le persone umane”.

Dikötter è il primo storico cui il governo di Pechino ha consentito di accedere a tredici dei trentuno archivi regionali cinesi, e a quattordici dei maggiori archivi comunali fra cui quelli di Nanchino, Canton e Wuhan. Si tratta di tesori di documentazione, ma non di una ricerca completa. Difficilmente questa sarà mai consentita dalle autorità cinesi, a meno di un cambio di regime. Se pure lo fosse, molti documenti sono irrimediabilmente perduti.

Il materiale è comunque sufficiente a tracciare un quadro allucinante. Ben presto i cinesi iniziarono a morire, o di fame o uccisi dalle milizie che temevano rivolte. Mao giunse perfino a commissionare degli studi sul numero di persone che, regione per regione, dovevano essere giustiziate per prevenire ogni rischio di rivolta, e a imporre “quote” di esecuzioni alle autorità regionali. La fame portò a diffusi episodi di cannibalismo, rigorosamente documentati negli archivi, e a un vero e proprio sterminio dei vecchi e dei bambini, separati dai familiari e concentrati in “Case della felicità” le cui razioni alimentari dal 1960 scesero a livelli così bassi che quasi tutti morirono. Ma molti finirono uccisi dalle milizie. Dikötter riporta che in un villaggio dove la maggioranza delle persone era già morta di fame furono allestite “trappole” con dolci e riso per vedere chi era disposto a rubare per sopravvivere. Chi ci cascava finiva in un sacco, dove era subito bastonato a morte dalla milizia. Quanti morirono? Nessuno lo saprà mai con certezza, conclude lo storico, ma oggi le stesse fonti ufficiali cinesi parlano di una cifra minima di quarantacinque milioni di persone, riferita peraltro ai soli cinque anni del Grande Balzo in Avanti e non all’intera carriera di Mao.

Nel 1961 era diventato chiaro anche a molti esponenti del partito che la natura stessa si ribellava al folle progetto. “C’è una nuova battaglia – rispose Mao in un discorso –: abbiamo dichiarato guerra alla natura”. Ma alla fine, incalzato soprattutto da Liu Shaoqi che minacciava di organizzare una rivolta all’interno del partito, Mao nel 1962 dovette cedere e rinunciare al Grande Balzo in Avanti. Ma giurò di vendicarsi. Nel 1966 scatenò la Rivoluzione Culturale, che uccise almeno altre 700.000 persone: tra cui, nel 1969, Liu Shaoqi, che fu prima imprigionato e poi lasciato morire, privato delle cure mediche per il suo diabete. Di tutti questi orrori qualcuno vorrà attribuire la colpa ai soli collaboratori del presidente. Ma il libro di Dikötter toglie ogni illusione sul suo ruolo. L’immane tragedia fu voluta e guidata personalmente da Mao.

Fonte: http://www.cesnur.org/2011/mi-leap.html

sabato 7 maggio 2011

IL RE DEI RE E LA REGINA D’INGHILTERRA

Che si tratti di ferventi monarchici, o di simpatizzanti, o di ammiratori, o semplicemente di curiosi, sembra che tutto il mondo sia positivamente attratto dai pomposi e fiabeschi cerimoniali che tuttora vigono presso le Case reali, come ad esempio quello allestito per le nozze del Principe William d’Inghilterra con la sua Katy, ora duca e duchessa di Cambridge.

Al di là dell’eleganza degli sposi secondo etichetta di corte e di quella, sempre molto discutibile, degli invitati che rappresentano di solito la più alta classe della nobiltà e borghesia, la gente rimane incantata da tutto l’allestimento: la perfetta disposizione di paggi, scudieri, militari e paramilitari in alta uniforme, stendardi e vessilli ai lati delle vie principali, sontuose carrozze e cavalli bardati a festa, trombe e campane a distesa, il prolungato applauso dei sudditi al passare degli sposi, l’inchino reverenziale davanti all’autorità suprema d’Inghilterra, la Regina Elisabetta…
Senza dire della stupenda cattedrale di Westminster impreziosita dai paramenti sacri dei pastori anglicani: camici, stole e piviali finemente ricamati, probabile retaggio della liturgia cattolica rimpiazzata da quella anglicana ancora verso l’inizio del 1600, a motivo dello scisma provocato dal re Enrico VIII, il quale, per giustificare e avallare i suoi otto matrimoni, si proclamò sovrano anche della chiesa d’Inghilterra, in netto contrasto col Papa che non poteva accettare queste scelte arbitrarie e illegali, anche se provenivano nientemeno che dal re d’Inghilterra.

In realtà proprio nella cerimonia religiosa anglicana, come del resto in tutte le celebrazioni protestanti, al di là della sontuosità dei paramenti liturgici e della bellezza delle chiese, eredità cattolica che altri novelli riformatori come Lutero, Calvino, Valdes ecc., si sono ben guardati dal rifiutare a motivo della loro bellezza e preziosità, per tutto il resto si è notata la grande povertà del rito che, pur salvaguardando la validità del matrimonio religioso nel quale i ministri sono i due sposi che si scambiano giuramento reciproco nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, era molto carente dal punto di vista della funzione sacra, perché ormai ridotta a qualche lettura della Bibbia intercalata da canti sacri, che hanno sostituito completamente la Santa Messa cattolica.
Quella Santa Messa meravigliosa che è tipica ed esclusiva solo del cattolicesimo, in quanto proviene dal sacerdozio ministeriale, quel sacerdozio che lungo i secoli è cessato nelle varie realtà protestanti per lasciar posto al cosiddetto ruolo di “pastore” che non è assolutamente la stessa cosa. Infatti è cessata la figura del “sacerdote” perché non è più stato trasmesso il sacramento dell’Ordine Sacro, cioè quel sacramento che, assieme agli altri che sono il Battesimo, la Cresima, l’Eucaristia, la Confessione, conferisce ai candidati maschi adeguatamente preparati, la possibilità di diventare sacerdoti, cioè Ministri di Cristo, per le mani del Vescovo.

Nella fede protestante in genere ciò che rimane dei sette sacramenti è solo il Battesimo perché può essere conferito anche da laici purchè lo somministrino nel nome della Santissima Trinità, ma per tutto il resto, scomparsa la figura del sacerdote, “alter Christus”, è venuto meno anche l’aspetto sacramentale, in particolare è cessata la Consacrazione Eucaristica del pane e del vino nel Corpo e Sangue di Cristo, come gesto reale della presenza di Cristo vivo e vero tra noi, ma resta solo la “memoria” di ciò che fece Gesù Cristo nell’ultima Cena e nulla più.
In pratica la differenza dottrinale abissale fra tutte le molteplici “fedi” protestanti e quella cattolica, al di là delle diatribe storiche più o meno motivate e fondate che sempre accompagnano certi scismi, è questa: Cristo ha voluto affidare a una sola Chiesa, quella cattolica, il suo mistero di salvezza che si compie non più attraverso un atto di fede personale in Dio e nella Sua Parola, ma attraverso i sette sacramenti. Quasi tutti i Sacramenti, tranne il Battesimo e il Matrimonio, sono conferiti da Ministri consacrati, i Sacerdoti, e in certi casi solo dai Vescovi. Se certi “riformatori” pensano di fare a meno del sacerdozio, anche i sacramenti spariscono, - almeno quelli legati al sacerdozio - e così viene meno anche la presenza sacramentale-reale di Cristo tra noi, cosa assai grave, anche se la gente non ci pensa più.

La graduale “riscoperta” di queste non piccole differenze, unita al fatto che la gerarchia anglicana ha aperto il sacerdozio anche agli omosessuali “praticanti”, e alle donne, contrariamente al volere di Cristo che ha diviso equamente i compiti, riservando alle donne la prerogativa della “vita naturale” nella gestazione, e agli uomini l’esclusiva della “vita soprannaturale” nel sacerdozio, insomma, la consapevolezza di questi gravi cedimenti sostanziali, dogmatici, unita all’azione dello Spirito Santo che mai cessa di lavorare le anime di tutti i tempi, ha fatto sì che da alcuni anni migliaia di anglicani assieme ai loro pastori chiedessero l’ammissione alla Chiesa cattolica, ammissione concessa dal Papa attraverso uno speciale “Motu proprio” che ha previsto di assecondare, per casi eccezionali come questo, il desiderio di quei fedeli anglicani sinceramente intenzionati a tornare nell’ovile di Cristo e della Chiesa cattolica.

In sostanza, le due Verità principali della nostra fede: “Unità e Trinità di Dio; Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo” sono dogmi che accomunano tutti i cristiani normalmente, cattolici, protestanti, e ortodossi, e solo in cielo potremo vedere quanti non cattolici ci hanno sorpassato in amore e fedeltà, punti fondamentali sui quali tutti saremo giudicati da Dio. Tuttavia resta il fatto che la Verità integrale è Una, e che il Signore Gesù l’ha voluta trasmettere a noi attraverso la Sua Chiesa cattolica, nella figura del Suo Vicario in terra, il Papa, e attraverso l’Ordine sacerdotale, e in nessun altro modo!
Detto questo, non è nostra intenzione adesso sondare i motivi di queste scissioni che richiederebbe ben più spazio, ma solo quella di focalizzare l’attenzione su un aspetto assai importante per la fede che purtroppo sta invece gradualmente scomparendo: l’importanza dei segni esterni della nostra fede! La fede si trasmette con la Parola e con i Sacramenti, che sono detti anche “segni” – “Segni efficaci della Grazia”, - dice il catechismo. Ebbene, anche questi segni esterni stanno scomparendo.

Se davanti all’autorità della terra è giusto mantenere un atteggiamento reverenziale anche nell’aspetto esterno offrendo doni proporzionati al ruolo che tale autorità ricopre, perché mai davanti alla Maestà di Gesù Cristo, Figlio di Dio, “Re dei re” noi cattolici stiamo facendo vergognosamente a gara per ridurre tutto ad una povertà estrema che rasenta lo squallore?
• Non parliamo dell’architettura delle ultime chiese con arredi ridotti a vasi di legno o coccio;
• misere sedie di plastica da teatrino al posto dei banchi, per impedire di inginocchiarsi, gesto assai significativo che indica adorazione della creatura verso il Creatore;
• paramenti sacri ridotti a insignificanti tuniche “copri tutto”;
• preghiere liturgiche sempre più brevi, biascicate in fretta e non più accompagnate da segni di croce, da silenzi e da genuflessioni;
• sta sparendo gradualmente anche l’uso del campanello, come segno di importanza, di attenzione, di festa, sia durante la consacrazione nella Messa, sia al momento del Gloria nella Veglia pasquale che dovrebbe segnare, assieme al suono festoso dell’Organo, il momento del tripudio della Risurrezione gloriosa di Cristo;
• si espongono invece quadri o sculture moderne in cui Cristo, la Madonna e i santi sono di pessimo gusto, quasi ripugnanti alla vista ecc.
E’ quello che vuole la massoneria, cioè far provare disgusto e non gioia davanti alla rappresentazione del sacro, cercando di sradicare quell’emozione interiore che si prova anche attraverso le immagini e che spinge il cuore alla conversione, alla fede, all’amore.

Cosa sarebbe delle commoventi liturgie che ancora reggono a San Pietro per le canonizzazioni (abbiamo assistito di recente a quella straordinaria del beato Giovanni Paolo) se la Gerarchia fosse priva dei paramenti sacri come semplici fedeli? Un Santo di attualità, S.Josemaria Escrivà, a chi voleva abolire certi arredi liturgici preziosi, tipo calici d’oro o altro, rispondeva che: quando un fidanzato regala alla sua innamorata come segno di amore un pezzo di ferro, altrettanto avrebbe fatto lui con Gesù Cristo. Ma anche il Santo della povertà per eccellenza, S. Francesco d’Assisi, pretendeva per il Signore paramenti e arredi liturgici preziosi, degni della Maestà di Dio.
E così, mentre la gente è sempre più attratta dai vessilli di principi, di re e di regine come segno di autorità, o di regalità, quella regalità intesa non come oppressione ma come tutela e difesa del popolo, si sta perdendo invece la consapevolezza della regalità di Dio in Cristo Gesù, perché certi preti e Vescovi hanno impoverito a tal punto i “segni” della presenza di Dio tra noi da impedire che si possa pensare a Gesù Cristo come vero Dio, come “Re dei re”, come “Sovrano di tutti i popoli”, come “Giudice supremo di ogni uomo, popolo e Nazione”, davanti al quale tremano i diavoli e dovrebbero inginocchiarsi tutti i potenti della terra, per considerarlo al massimo come un benefattore dell’umanità, sullo stile cencioso di “Gandhi”, che non è assolutamente lo stile del cristiano, figlio di Dio ed erede del Paradiso!

patrizia.stella@alice.it

venerdì 6 maggio 2011

Il Seminario Teologico dei Francescani dell' immacolata

Come vice coordinatore della Toscana del movimento politico Stella e Corona, segnalo un'importante convegno dal titolo QUAECUMQUE DIXERO VOBIS La tradizione, vita e giovinezza della Chiesa.
Venerdì 20 maggio 2011 - ore 17,30 Chiesa di Ognissanti (Borgo Ognissanti, 42 - 50123 Firenze)
Interverranno:
prof. don Renzo Lavatori (Università "Urbaniana")
prof. p. Serafino Lanzetta (S.T. Immacolata Mediatrice)
Dr.ssa Cristina Siccardi (Scrittrice)
Con la presenza di mons. Brunero Gherardini (em. Università "Lateranse")
Ore 16,30 - celebrazione della Santa Messa nella forma straordinaria del Rito romano antico

Per informazioni: Seminario Teologico 055 2398700

lunedì 2 maggio 2011

Lettera di Patrizia Stella.

LETTERA APERTA

SPETTACOLO GAY PER LE SCOLARESCHE

Ci hanno detto che è stata fatta dalle associazioni gay una domanda-tranello alla Giunta comunale di Verona per chiedere sostegno, contributi e sponsorizzazioni varie solo per manifestare contro l’omofobia, e che sembra essere lo stile usato da costoro anche in altre città.    E invece, guarda caso, si tratta di una serie di manifestazioni pro gay che iniziano con il famoso spettacolo di Shakespeare “Giulietta e Romeo” dove gli amanti sono due “Romei”.

Ma quel che è peggio è che sono state invitate perfino le scolaresche delle secondarie perché imparino bene, dopo che gli alunni sono stati indottrinati per interi decenni sulla “funzionalità” del rapporto eterosessuale, sperimentato ampiamente anche sotto la soglia dell’adolescenza con traumi e conseguenze indescrivibili, adesso questi alunni devono conoscere anche i “meccanismi” del rapporto omosessuale, bis, trans, plus, ecc. come se fosse la cosa più normale del mondo, alla stregua di come si insegna il teorema di Pitagora o la formula dell’ossigeno!  E chi non accetta, non viene rispettato nella sua coscienza, ma è dichiarato pubblicamente omofobo e rischia grosso, perché la nostra cara Unione Europea sta imponendo queste leggi a tutti gli Stati che ne fanno parte, in barba alla democrazia e alla libertà di coscienza personale.  

Francamente non so dove andremo a finire di questo passo perché ci sentiamo un po’ tutti “pedine”, consenzienti o meno, di un’Europa massonica e prepotente che, con abile ipocrisia, sta surrettiziamente cercando di dare l’ultimo colpo di coda a ciò che resta di sano e di cristiano nella nostra società ammalata ormai di perversione che ha perso il ben dell’intelletto a forza di sesso, alcool e droga. Si stanno profilando tempi difficili, di vero eroismo, non solo per chi vuole essere coerente con la propria coscienza di cristiano, ma anche per quelle persone che vogliono difendere la libertà e la democrazia dalla nuova tirannia del secolo.  

Spiace anche che da parte delle nostre autorità ecclesiastiche provenga, come sempre in questi e altri casi simili dove sarebbe doveroso una presa di posizione, provenga invece il solito, poco edificante, silenzio di tomba.

Io, come credente, mi affido a Gesù Cristo perché abbia pietà di noi, protegga la nostra Italia, la nostra Verona da gravi punizioni che si stanno profilando all’orizzonte perché, come dice il saggio: “A Dio non la si fa!”.  Se tali punizioni dovessero veramente arrivare, auguro a tutti di trovare la forza di invocare l’Unico che ci può dare salvezza e sicurezza, sia in questa che nell’altra vita: Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo!

                                                                                              patrizia.stella@alice.it

domenica 1 maggio 2011

Stella e Corona per il carcere di S.Giorgio


Il Seg. Prov. di Stella e Corona, ritorna sull' angosciante problema del carcere di S. Giorgio. In caso di vittoria del candidato Gabriele Brunini, la Provincia deve con fatti e non parole, attivarsi coinvolgendo il Ministero di Grazia e Giustizia, per potenziare la struttura del carcere di S. Giorgio, sollecitando anche per nuove assunzioni del
personale della Polizia Penitenziaria. Potenziare anche le varie associazioni di volontariato, che ininterrottamenta da anni sono un filtro tra detenuti, persnale, e il Direttore
e la struttura sanitaria.
Mauro Mazzoni
Seg. Prov. Stella e Corona Lucca